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Nicotera, uffici a “caccia” di documenti: i commissari avviano il lavoro

Chiesti tutti gli atti prodotti da Giunta e Consiglio

Il Municipio di Nicotera

A palazzo Convento, sede comunale, portone d’ingresso sbarrato sino alle 11 e impiegati tutti attorno alle fotocopiatrici per preparare il materiale richiesto dalla commissione e da consegnare entro le ore 12 del prossimo 20 ottobre. Migliaia e migliaia di fotocopie da mettere a disposizione della triade che, in sostanza, ha chiesto di avere sul proprio tavolo copia di tutti gli atti prodotti da Consiglio, Giunta e Uffici dal primo giorno di insediamento dell’amministrazione Marasco sino allo scorso 5 ottobre.
Intanto, mentre la comunità si prepara a vivere un’altra stagione difficile, il vicesindaco Marco Vecchio ha preso in mano le redini della situazione confidando in un passo indietro del primo cittadino con la revoca delle dimissioni. In attesa di possibili sviluppi, scendono in campo i gruppi d’opposizione consiliare. Nel mirino finisce soprattutto il primo cittadino colpevole, per i consiglieri di “Movi@vento” (Antonio D’Agostino, Salvatore Pagano e Maria Buccafusca), di «fuga di schettiniana memoria. Che il nostro gruppo – afferma il capogruppo D’Agostino – abbia, nel corso di questi quattro anni e passa, denunciato le scorrettezze istituzionali della maggioranza, debordanti in vere e proprie violazioni di leggi e di regolamenti, è cosa oltremodo nota avendone dato sistematicamente conto sui media. Ma di qui a pensare ad infiltrazioni criminali, che da noi hanno l’ulteriore attributo di mafiose, sposta di non poco la questione».
Di conseguenza «la nomina della commissione prefettizia – prosegue – ci inquieta e ci interpella; ma, soprattutto, ci ferisce come appartenenti ad una comunità già pesantemente marchiata negli ultimi lustri» per cui «pur riponendo fiducia nel lavoro che la commissione prefettizia si accinge a fare – aggiunge – non possiamo che augurarci che non emergano elementi che conducano ancora una volta ad una condanna infamante per l’intero consiglio comunale che si riverberebbe inevitabilmente nei confronti del corpo elettorale e dell’intera cittadinanza che lo stesso organo ha rappresentato in questi anni».

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