Ha creato qualche scompiglio anche a livello politico il piano di dimensionamento scolastico approvato dal Consiglio provinciale. Non ci sono state soltanto le reazioni di quegli istituti, comprensivi e superiori, che vedranno terminare la propria autonomia: tra le forze politiche non sono mancate le prese di posizione, anche con uno scollamento tra la volontà partitica e il voto in aula.
Sia tra le forze progressiste che nel centrodestra le decisioni dell’aula di Palazzo di Vetro hanno infatti messo in evidenza alcune divergenze che hanno portato a scelte inaspettate fino a poche ore prima, come quella di Sergio Costanzo che ha lasciato il ruolo di capogruppo di Noi in Provincia, poiché contrario a un piano «che penalizza la città di Catanzaro».
Nelle ultime ore in casa Pd si sono registrati ancora diversi interventi. Il consigliere regionale Ernesto Alecci ha parlato di «guerra tra poveri scatenata dal governo nazionale che non fa il bene della Calabria». Il suo ragionamento è stato su scala regionale, ritenendo che il dimensionamento non avrebbe dovuto toccare la Calabria perché «tra abbandono scolastico e povertà educativa la scuola rappresenta il più importante presidio socio-culturale e l’unica speranza di riscatto». Se nei giorni scorsi i circoli cittadini del Pd “Lauria” e “Catanzaro Ovest - Mater Domini” avevano bocciato nettamente il piano parlando di «bruttissima pagina amministrativa e politica», e sulla stessa linea era il capogruppo dem in Consiglio comunale Fabio Celia, il circolo “Puccio” di Lido, guidato dal segretario Giuseppe Runca, ne ha discusso con il consigliere provinciale Gregorio Gallello, che ha votato il piano, assieme alla componente della segreteria regionale dem Maria Chiara Chiodo.
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