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Vibo, la politica è già in campagna elettorale e alla città non resta che pagare il... conto

Previsto l’aumento dell’Irpef, ora si attende il parere del Ministero

La campagna elettorale ormai alle porte fa passare in secondo piano il principale nodo al pettine di palazzo “Luigi Razza”. Quel nodo che da ormai dieci anni tiene la città attaccata a un filo, costringe i cittadini a vivere senza i servizi essenziali, induce le Amministrazioni ad alzare le tasse ai massimi consentiti dalla normativa vigente.
Tra un dissesto e un Piano di riequilibrio abortito, mentre la città diventa un caso nazionale – e sotto questo profilo le colpe risiedono in decenni di mala gestione – ecco che arriva la campagna elettorale ed i conti da risanare… stranamente non sono più il fulcro intorno al quale provare a costruire il futuro della città.
E allora, è opportuno riavvolgere il nastro se qualcuno lo avesse trascurato e qualche altro fosse stato nei mesi scorsi troppo impegnato in pratiche accademiche. La città capoluogo, nonostante le varie scialuppe di salvataggio arrivate da Roma, non ultima quella delle Sezioni riunite della Corte dei Conti che ha dichiarato illegittima la bocciatura del Piano di riequilibrio da parte della magistratura contabile calabrese, non devono far dimenticare che un debito c’è ed è anche pesante. Il disavanzo dell’Ente ammonta a quasi 31 milioni di euro. Il Piano di rientro al momento è congelato. L’Amministrazione attende di conoscere dal ministero delle Finanze e forse anche dell’Interno come operare per arrivare al risanamento del debito.

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