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Lavori al porto di Catanzaro, servono ulteriori fondi. Il ruolo delle prescrizioni ministeriali

Le richieste dei dicasteri Ambiente e Cultura sono strettamente legate alla valutazione d’impatto ambientale

Non è stata una passeggiata prima ma non lo è neppure adesso. Il completamento del porto di Lido si conferma un intervento ponderoso non solo nei numeri tecnici ma anche nelle sue articolazioni burocratiche. A distanza di quasi un anno dall’ottenimento della Valutazione d’impatto ambientale (Via), con prescrizioni, da parte della commissione tecnica del ministero dell’Ambiente, il traguardo dell’avvio dei lavori è sì in vista ma ancora occorre definire “dettagli” di non poco conto.
Con la Via in mano, gli uffici del settore Grandi opere, guidato dal dirigente Giovanni Laganà, hanno avviato il ricalcolo dei costi previsti, lavorando al contempo all’ipotesi di procedura d’appalto: non si tratta di costruire un pontino o di asfaltare una strada, c’è un investimento da 20 milioni di euro che dovrà intervenire su un ecosistema delicato come quello costiero per realizzare un’infrastruttura strategica per le sorti del quartiere marinaro e, ovviamente, del capoluogo stesso. Ecco perché l’amministrazione Fiorita - la delega alle Politiche portuali è in capo alla vicesindaca Gusy Iemma - sta ragionando anche sulla tipologia di appalto da adottare. Come già riferito su queste colonne, l’ipotesi più gettonata sarebbe quella della costruzione più concessione, incentivando così la qualità dei lavori e potendo quindi contare su un porto operativo non appena ultimati gli interventi.

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