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Il “no” dei sindaci della Calabria all’Autonomia

All’adunata convocata da Fiorita fioccano le critiche alla riforma voluta dal ministro leghista Calderoli

Una sala gremita ha accolto i sindaci di quattro dei cinque capoluoghi di provincia della Calabria e il presidente nazionale di Anci: Nicola Fiorita, Franza Caruso, Giuseppe Falcomatà, Vincenzo Voce e Antonio Decaro hanno dato vita ad un approfondimento pubblico sul tema dell’autonomia differenziata. In platea, nella Sala “Frangipane” del Complesso monumentale San Giovanni, amministratori locali (quasi al completo la Giunta del capoluogo, con le sole assenze di Giusy Pino e Giorgio Arcuri; dei consiglieri regionali, presenti Ernesto Alecci e Antonio Loschiavo; in prima fila anche Franco Iacucci, consigliere regionale del Pd, e alcuni sindaci della provincia di Catanzaro).
«Siamo preoccupati per diversi motivi - ha detto Decaro riferendosi all’autonomia differenziata -: il primo è che sembra assegnare alle Regioni delle funzioni che sembrano di carattere amministrativo e non di carattere legislativo o programmatorio, che invece sarebbero quelle che competono loro. Contemporaneamente, i Lep devono essere finanziati e a oggi c’è uno studio fatto dal punto di vista giuridico-normativo, ma non dal punto di vista economico-finanziario. Noi abbiamo paura che così si faccia diventare più ricco chi è ricco e più povero chi già è povero. Devo dire, poi, che personalmente ero contrario addirittura alla riforma del Titolo V della Costituzione: senza quell’errore, forse oggi non parleremmo di Autonomia Differenziata, non ci saremmo posti il problema di un futuro in cui si rischia un Paese frammentato in cui non riusciremo a garantire, indipendentemente da dove si nasce o da dove si va a vivere, gli stessi diritti e gli stessi servizi».

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