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Catanzaro, l’autonomia differenziata «mette a rischio la democrazia»

L’appello ai cittadini: la battaglia dev’essere forte, civica e trasversale. I sindaci Caruso e Fiorita: non è una lotta tra nord e sud ma per l’Italia

«Questa legge, se dovesse passare così com’è stata approvata al Senato, appare un bel po’ pasticciata. Mentre si cerca di andare verso l’accentramento dei poteri per rafforzare i poteri dell’Europa, in Italia pensiamo bene di andare verso gli individualismi». Così, Daniela Rotella, presidente di Italia Viva per la provincia di Catanzaro, ha introdotto l’incontro pubblico promosso dal partito di Matteo Renzi per confrontarsi sulle prospettive dell’autonomia differenziata. Al tavolo dei relatori, allestito alla Sala Concerti del Comune di Catanzaro, il sindaco del capoluogo di regione, Nicola Fiorita, e il suo omologo cosentino, Franz Caruso. Assieme a loro, Valerio Donato, docente di Diritto privato dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, Nunzia Paese, presidente regionale di Italia Viva, e Massimiliano Stellato, consigliere regionale e presidente di Italia Viva Puglia, e soprattutto Dafne Musolino, senatrice di Italia Viva e componente della Commissione Affari Costituzionali.

«Questa battaglia contro l’autonomia differenziata riguarda tutti – ha detto Fiorita nel suo intervento di saluto alla platea -. Non è una battaglia del Sud, ma è una battaglia dell’Italia. Noi sindaci del Sud siamo stati tra i primi e i più tenaci nell’avvertire l’opinione pubblica su quanto fosse nociva questa riforma. A queste latitudini, direi che l’autonomia differenziata non la vuole nessuno. Se il criterio che tutti riconoscono è quello del superamento della spesa storica, quello della nascita un modello più attuale ed equo, per fare i Lep non c’era bisogno dell’autonomia differenziata». In linea con quelle di Fiorita, le parole del primo cittadino di Cosenza: «Personalmente, sono contrario tout-court a questa riforma: è deleteria soprattutto per il Mezzogiorno, noi già viviamo un’autonomia differenziata di fatto, c’è già una differenza sostanziale tra il Sud e il resto del Paese. Penso alla Sanità, ad esempio, che ci fa vedere come non si possa considerare l’Italia un Paese unitario. Non è una battaglia del Sud contro il Nord o della sinistra contro la destra, bensì è a difesa dell’unità del Paese contro la costruzione di 20 piccoli staterelli».

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