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Mara Carfagna a Lamezia ribadisce il no al premierato: "Indebolisce capo dello Stato e Parlamento"

«No assolutamente no, lo ha ribadito lo stesso Calenda. La forza di un partito liberale risiede anche nella capacità che ha di rispettare le diverse opinioni. Io non ho mai votato una mozione di sfiducia individuale sulla base di un’inchiesta giornalistica, tantomeno una mozione di sfiducia individuale basata su un’inchiesta giornalistica firmata dal Movimento 5 Stelle. Per ragioni di coerenza con me stessa ho deciso di non votare la mozione di sfiducia basata su elementi che emergono da un’inchiesta giornalistica giudiziaria». Così la presidente di Azione, Mara Carfagna, parlando con i giornalisti a Lamezia Terme, con riferimento a possibili problemi interni al partito dopo il voto sulla mozione di sfiducia alla ministra del Turismo Santanchè. «Abbiamo visto tante volte - ha proseguito Carfagna - inchieste giudiziarie finire nel nulla e carriere e reputazioni distrutte o rovinate per sempre. Insomma questo è il ragionamento che ha ispirato me, la collega Gelmini, il collega Costa ad assumerci la responsabilità della nostra decisione. Ma, insomma, non c'è stato nessuno screzio, nessuna spaccatura perchè lo stesso Carlo Calenda ha ribadito questo principio del rispetto delle opinioni differenti proprio nelle interviste delle ultime ore».

Sul premierato: "Svuota il Parlamento e indebolisce il presidente della Repubblica"

«Non ci convince il premierato perchè comporta uno svuotamento del ruolo del Parlamento che sarebbe una sorta di appendice del presidente del Consiglio e anche un evidente indebolimento dei poteri del Presidente della Repubblica. «Noi - ha aggiunto Carfagna - continuiamo a sentire affermazioni che vanno in senso contrario. Il presidente della Repubblica non viene intaccato nei suoi poteri, ma anche un bambino capisce che quando cambia la fonte di legittimazione del potere è evidente che chi è eletto dal popolo ha comunque un potere maggiore rispetto a chi invece è indicato dal Parlamento. Io credo che in un sistema come il nostro, in un sistema italiano, lo abbiamo visto anche con le varie crisi che si sono succedute, economiche, finanziarie, pandemiche legate anche alla guerra, sia indispensabile avere un arbitro super partes, che non sia riconducibile a una parte politica piuttosto che a un’altra. Con il premierato invece - ha sostenuto la presidente di Azione - si istituzionalizzerebbe un sistema in cui i premier diventa il campo di una fazione contro l’altra e non più il Presidente del Consiglio di tutto il Paese e allo stesso tempo si indebolisce chi invece dovrebbe rappresentare l’unità nazionale. Quindi anche lo slogan «decidi tu» in realtà è uno slogan un pò falsato e un pò forzato perchè si dà un mandato a una persona per governare per cinque anni svuotando l’organo davvero rappresentativo della sovranità popolare che è il Parlamento. Quindi il cittadino conta meno, non conta di più. perchè dà una delega in bianco a quello che diventerà il futuro presidente del Consiglio. Quella delega, il presidente del Consiglio, la eserciterà per cinque anni senza rendere conto ai cittadini, mentre - ha concluso Carfagna - i parlamentari che rendono conto ai cittadini sono totalmente svuotati delle loro prerogative».

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