La sanità vibonese, come quella calabrese, soffre di mali atavici. E alla carenza ormai cronicizzatasi dei medici in corsia, si vanno ad aggiungere altri fenomeni che contribuiscono a rendere ulteriormente labile il sistema. È il caso dei sanitari “imboscati”, ovvero, di quelle figure impiegate in mansioni differenti rispetto a quelle per cui sono stati assunti, oltre che di quei lavoratori certificati inidonei e/o con prescrizioni che limitano le mansioni della loro qualifica di competenza. A tal proposito, nello scorso mese di febbraio, Davide Tavernise, capogruppo in Consiglio regionale del M5S, aveva richiesto per la seconda volta in meno di due anni, alle Aziende sanitarie calabresi, i dati relativi ai cosiddetti “imboscati”. Dati che, nelle scorse ore, per quanto attiene a Vibo, sono stati forniti dal commissario straordinario, il generale Antonio Battistini. Stando a tali conclusioni, sarebbero 23 le unità di personale sanitario impiegate in mansioni differenti rispetto a quelle per cui sono stati assunti, ai quali si vanno ad aggiungere 109 unità di personale sanitario, in possesso - come già specificato - di inidoneità certificata e/o idoneità con prescrizioni limitanti, rispetto alle mansioni proprie della qualifica di appartenenza.
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