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Vibo, candidati a confronto sulla legalità: si riparte dal “Patto per la città”

Sotto la lente la possibilità di un assessorato alla “partecipazione”

È il giorno del Patto per la città. Focalizzato sul rispetto delle regole, sulla lotta alla ‘ndrangheta, sulle buone pratiche che dovrebbero costituire i presupposti per ogni amministratore. Come cinque anni addietro, nei locali gremiti della biblioteca comunale, lo propongono due associazioni, Libera con Giuseppe Borrello e “Insieme per il bene Comune” con Ferdinando Pietropaolo. Quello che non manca è la partecipazione. Si avverte, invece, una chiara difficoltà di qualche candidato ad entrare nel merito dei contenuti.
Ma cos’è il patto? Un impegno che gli aspiranti sindaci intendono assumersi sul piano etico, programmatico, democratico, ma soprattutto concreto a coinvolgere la cittadinanza, interpellando direttamente i cittadini e i gruppi sociali, ad accettare il confronto sulle scelte, a sottoscrivere una dichiarazione pubblica che attesti di non trovarsi in condizioni di incandidabilità ed ineleggibilità, in linea con i requisiti del Codice di autoregolamentazione approvato dalla Commissione parlamentare antimafia.
Sotto la lente delle due associazioni, la gestione corretta e trasparente del denaro pubblico; la considerazione del contributo di forze politiche anche di opposizione; il rispetto del Codice etico di Avviso pubblico, presente in sala con il suo massimo esponente regionale. E ancora, un linguaggio semplificato; la trasparenza economica con la pubblicazione online dei bilancio; il sostegno alle realtà associative, la predisposizione nei propri siti internet di una sezione dedicata ai consigli comunali ed alle commissioni; la promozione della parità di genere e l’utilizzo per fini sociali dei beni confiscati alle mafie.

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