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Elezioni a Vibo, dalle urne un responso netto: gli elettori vogliono chiarezza e non i soliti "pasticci"

Anche in una piccola città legata ancora ad un voto clientelare e familistico, l'esito del voto del primo turno ha certificato che l'elettore è disposto a premiare la chiarezza dell'offerta politica

Archiviato il primo turno, è già tempo di pensare al secondo turno: il cosiddetto ballottaggio. Vibo si prepara ad eleggere il sindaco e, dopo 15 anni dall'ultima volta, la contesa si sposta sulla figura dei due candidati a sindaco, Roberto Cosentino da un lato, Enzo Romeo dall'altro.

In attesa del voto decisivo del 23 e 24 giugno (a differenza del primo turno si voterà di domenica e lunedì), si possono però evidenziare in maniera chiara alcuni dati di natura politico-elettorale che sono emersi dallo scrutinio del primo turno. Alcuni li abbiamo già enucleati rispetto al voto disgiunto (che ha premiato Romeo) e alla dispersione del voto con nessuna lista in grado di oltrepassare la soglia delle 2mila preferenze e con il dato anomalo (ma solo per chi non conosce a fondo le dinamiche elettorali della città) della lista più votata, Cuore Vibonese - Una città libera, che non appartiene a nessuna delle due coalizioni andate al ballottaggio.

Oggi però il nostro focus verte su quella che è stata l'offerta politica sulla quale l'elettore è stato chiamato a decidere e, al netto di un voto ancora chiaramente legato a dinamiche clientelari e familistiche, al fatto che anche in una città come Vibo Valentia (dove su un plafon di 28mila elettori e poco meno di 19mila votanti si sono presentati al voto quasi 500 consiglieri) l'elettore abbia in qualche modo voglia di chiarezza e che non sia più disposto a tollerare "pasticci" e salti da una coalizione all'altra come se nulla fosse.

Cosentino al ballottaggio anche senza Luciano e Bevilacqua

Il riferimento specifico verte sulle scelte operate dalla coalizione di centrodestra con Cosentino candidato a sindaco. Nei mesi antecedenti al voto, il centrodestra si è trovato di fatto isolato con due sole forze politiche, di peso, a camminare a braccetto: Forza Italia e Fratelli d'Italia. Da tempo le altre anime del centrodestra (Lega, Noi Moderati, Udc, movimenti civici) avevano abbandonato la nave per sposare il progetto del Centro alternativo alla destra e alla sinistra. In questo coacervo di alleanze, nel momento in cui si paventava l'ipotesi che potesse ancora essere viva la candidatura del sindaco uscente Maria Limardo, c'erano al tavolo del dibattito anche Stefano Luciano (fondatore e leader di Vibo Unica, già candidato a sindaco nel 2019 con il centrosinistra, ex Pd e nel frattempo transitato in Azione) e l'ex senatore Franco Bevilacqua, storica figura della destra vibonese che ha affrontato l'ultima legislatura all'opposizione della Limardo dopo aver presentato nel 2019 la lista Concretezza (che ha eletto consigliere Pietro Comito) a sostegno del centrosinistra. Tramontata definitivamente l'ipotesi Limardo, ecco che Luciano e Bevilacqua sono ritornati, e sono stati accolti a braccia aperte, nel centrodestra con Cosentino candidato a sindaco. Ma alla fine i numeri non hanno premiato le due liste di Luciano e Bevilacqua a sostegno del centrodestra: Vibo Unica ha arretrato di molto i suoi consensi rispetto al 2015 (era a fianco del centrodestra con Costa) e al 2019 (la lista più votata del centrosinistra), mentre Indipendenza (si chiama così il nuovo schieramento di destra che sposa il progetto politico dell'ex ministro e sindaco di Roma Gianni Alemanno) ha ottenuto 506 voti. Il centrodestra, orfano della Lega, di Noi Moderati, dell'Udc, dei consensi dell'ex consigliere regionale Vito Pitaro, aveva davvero bisogno dei voti di Luciano e Bevilacqua? La risposta è no: Cosentino sarebbe andato al ballottaggio, con ogni probabilità, anche senza i loro voti. Questo sta a significare che anche a Vibo l'elettore vuole chiarezza nell'offerta elettorale. Meno consensi, ma più chiarezza ed omogeneità: soprattutto in vista della battaglia del secondo turno.

Romeo e la "favola" delle liste deboli

Uno dei "mantra" ribadito a più voci in tutte le salse da candidati degli opposti schieramenti e da numerosi addetti ai lavori è stato in queste settimane il seguente: "Le liste di Romeo sono molto deboli, difficilmente arriverà al ballottaggio". Ora, al netto dell'affermazione personale di Romeo attraverso i consensi arrivati dal voto disgiunto, ecco che il voto del primo turno ha certificato un dato: le due liste di riferimento, Partito democratico e Centro Studi Progetto Vibo, non solo hanno tenuto, ma nel computo totale hanno raggiunto 3470 voti. Consensi frutto, condivisibile o meno, di una proposta politico-elettorale chiara che l'elettorato ha avuto la possibilità di valutare nel corso del tempo perchè Romeo stava lavorando a questo progetto da tempo.

Muzzopappa "tradito" dalla sua lista civica Identità territoriale

Che le aspettative siano state confermate o meno, rispetto ai consensi che la lista di un candidato a sindaco doveva e deve ottenere, un dato è certo: la lista Identità territoriale, espressione del candidato a sindaco della coalizione di centro, Francesco Muzzopappa, era chiaramente chiamata a quel "quid" in più che non è arrivato. 1120 voti in valore assoluto, terzo posto nella coalizione dietro le liste Cuore Vibonese e Insieme al centro e più della metà dei voti della lista coagulati in un paio di candidati. E' certamente questo uno dei pezzi del "puzzle" mancanti rispetto ad un Muzzopappa che ottiene un risultato complessivamente straordinario, ma non bastevole per poter ottenere il ballottaggio. Ora, tornando al tema di fondo dell'articolo, quello della chiarezza da offrire agli elettori, Muzzopappa dovrà attentamente valutare la situazione in vista del ballottaggio. Ha dichiarato di essere disposto a dialogare con tutti, ma dovrà ricordarsi dello slogan chiaro e netto che ha caratterizzato la sua campagna elettorale: "Basta compromessi, la città decide".

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