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L'Università di Catanzaro sempre più social contro le barriere tra studenti e insegnati

E-mail e social network sembrano essere diventati la nuova routine della comunicazione tra professori universitari e studenti. Un’evoluzione verso la frontiera 2.0 che consente di abbattere le barriere delle distanze geografiche e degli imprevisti.

Il dato emerge da un’indagine svolta tra gli studenti dell’Università Magna Graecia di Catanzaro - i dettagli sono riportati sull’edizione di Catanzaro della Gazzetta del Sud odierna - dove nei giorni scorsi ha tenuto banco la polemica sull’introduzione dei badge tra i medici al policlinico universitario.

Proprio nella discussione aperta da questa novità, che in diverse altre parti d’Italia è già da tempo consuetudine, si è inserito l’appello-sfogo del rettore dell’Umg, Giovanbattista De Sarro, che ha sferzato quei docenti che non risiedono nel capoluogo calabrese ad essere più presenti: «Qualcuno capirà che deve restare qualche giorno in più a Catanzaro a lavorare. O altrimenti si deve rinunciare all’indennità di assistenza. Qui - ha evidenziato De Sarro - alcuni li trovi sempre al lavoro, altri è difficile».

Un appello che, oltre all’ambito strettamente organizzativo del lavoro, andrebbe pure nella direzione di una maggiore vicinanza anche agli studenti in termini di ricevimenti e disponibilità al confronto. Tra gli iscritti all’ateneo catanzarese una soluzione del genere viene vista sicuramente con favore anche se il quadro attuale non sembra presentare criticità particolari.

Sia tra i ragazzi di Ingegneria biomedica e informatica che di scienze infermieristiche, così come a Farmacia e Medicina e Biotecnologie, i ragazzi evidenziano infatti l’apertura del rapporto coi docenti alle nuove tecnologie: «Molti professori danno il loro numero privato, altri sono raggiungibili anche via social, sia in gruppi Facebook che sui rispettivi profili, con altri riusciamo a essere operativi anche via e-mail». Un aspetto che, comunque, non preclude la presenza dei docenti in ateneo ma che, sottolineano i ragazzi, è ad essa complementare.

Qualche nota dolente arriva da Psicologia, dove proprio il fatto che diversi docenti risiedono fuori regione comporta orari di lezione scomodi, soprattutto per i pendolari, con sedute full immersion il sabato mattina, quando i trasporti pubblici latitano. Il quadro non cambia di molto a Giurisprudenza ed Economia aziendale, che si trovano in un altro edificio sempre all’interno del campus di Germaneto.

Si tratta di facoltà più piccole rispetto, ad esempio, a Medicina. E forse proprio per questo qui i ragazzi tengono a sottolineare il rapporto umano instaurato con i professori, aperti anche ai canali informatici che, però, nel loro caso non sembrano rappresentare ancora l’alternativa assoluta al confronto diretto.

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