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Natuzza Evolo, la fondazione respinge le proposte del vescovo

Sulle ultime proposte avanzate dal vescovo Luigi Renzo riguardo allo statuto della Fondazione Cuore Immacolato di  Maria Rifugio delle Anime, voluta dalla Serva di Dio Natuzza Evolo che la definiva la sua "sesta figlia" e sull’apertura al culto santuario mariano della Villa della Gioia  il consiglio d’amministrazione dell’ente morale di Paravati ha deliberato “di non poter adottare  soluzioni che snaturino l’identità della Fondazione e contrastino con i suoi scopi statutari.

Conseguentemente ha deciso – così si legge in un comunicato stampa  del presidente Pasquale Anastas, i diffuso al termine della riunione di ieri sera – di dare ampia comunicazione alle autorità competenti ecclesiastiche e civili delle vicende che hanno caratterizzato gli ultimi anni della vita della Fondazione”.

In buona sostanza le proposte del vescovo sono state respinte. La  prima era quella riguardante la chiesa del “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” da tempo completata ma non ancora aperta la culto il pastore diocesano  aveva scritto quanto segue: “Trattandosi di un edificio di proprietà privata ma comunque destinato al culto pubblico ed alla pastorale, volendo rispondere  alle  attese  e alle richieste più volte manifestate sia da codesta fondazione, sia dei cenacoli di preghiera, meritevoli entrambi di avere curato con generosità e con libere offerte di tutti la costruzione della chiesa, chiedo a codesta fondazione di avere  assegnata   in comodato d’uso gratuito per 99 anni tacitamene rinnovabili la chiesa “Cuore  Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”” con “l’’impegno  a procedere ad una sollecita consacrazione, ma anche a costituirla, salvo i tempi canonici necessari, in rettoria in vista della sua successiva elevazione a santuario diocesano”.

La seconda proposta  riguardava lo statuto della Fondazione.  “Visto che, malgrado i tentativi fatti in questi anni – aveva scritto il presule -  si continua a ritenerlo "intoccabile" e da non dover in nessun modo modificare la   Fondazione, essendo di fatto senza riconoscimento canonico ormai dal primo agosto 2017 in piena libertà e responsabilità, se crede,  potrà conservarselo nell'attuale forma, chiaramente purificato dei riferimenti ad attività di culto e di pastorale, provvedendo, in tempi brevi, ad un suo nuovo riconoscimento solo civile e con una diversa identità giuridica consentita dal Codice civile”

Nella stessa missiva il presule aveva scritto che  se le sue proposte “non dovessero essere accolte  mi vedrò costretto ad attivare, senza altre perdite di tempo, le procedure per la revoca definitiva alla Fondazione della qualifica di "religione e culto" e di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto, con le prevedibili conseguenze anche civilistiche”. Il presule aveva dato anche un termine. Fine giugno.

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