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La "bilocazione", così Natuzza appariva contemporaneamente a Paravati e nel resto del mondo

La vita di Natuzza Evolo è stata caratterizzata da una serie di fenomeni straordinari, segnati dalla sua profonda devozione al Cuore Immacolato di Maria. Tra questi figurava la  bilocazione, un “dono” che ancora oggi continua ad affascinare, a stupire e ad essere materia di studio e riflessione di teologi e scienziati. Attraverso la bilocazione la Serva di Dio -  di cui è in corso la fase diocesana del processo di beatificazione -  pur rimanendo nella sua Paravati, con il suo corpo riusciva a manifestarsi a distanza con un’infinità di persone sparse in ogni angolo del mondo.

A questa gente la mistica con la sua presenza riusciva ad offrire conforto e speranza. Alcune volte Fortunata appariva con le sue sembianze fisiche, compreso il suo sorriso forte e chiaro; in altre circostanze compariva in sogno oppure faceva sentire di essere presente in un determinato ambiente attraverso rumori, profumi o addirittura con le macchie di sangue lasciate dalle sue emografie, oppure attraverso un piccolo nodo alla coroncina del Rosario. Fenomeni sui quali si registrano centinaia di testimonianze.

La bilocazione, come la stessa Natuzza ebbe modo di raccontare in più di un’occasione ai suoi padri spirituali, non avveniva quasi mai di sua spontanea volontà. “Mi si presentano - diceva la mistica   dei defunti o degli angeli e mi accompagnano nei luoghi dove è necessaria la mia presenza. Vedo perfettamente i luoghi dove vado, posso parlare, essere udita, posso compiere delle azioni come aprire o chiudere le porte. Rimango sul posto il tempo necessario. Io sono cosciente che il mio corpo è a Paravati, ma è come se avessi un altro corpo. Alcune volte sono stata capace di trasportare alcuni oggetti dal posto visitato in bilocazione alla mia casa. Qualche volta mi è capitata una bilocazione doppia, nel senso che vedevo due posti contemporaneamente ed ero vista in più luoghi diversi”.

A questo fenomeno, il biografo di Natuzza, Valerio Marinelli, già ordinario di fisica tecnica alla facoltà di ingegneria dell’Università di Cosenza e autore di oltre 150 pubblicazioni scientifiche nel  campo della termoidraulica dei reattori nucleari  - che sulla mistica di Paravati ha già scritto  numerosi volumi - ha dedicato il suo ultimo libro dal titolo “Le bilocazioni di Natuzza Evolo” (Graus editore). Uno studio attento e rigoroso, frutto dell’impegno appassionato di uno studioso che alla mistica di Paravati ha dedicato anni di lavoro ascoltando la stessa Natuzza e raccogliendo, con certosina pazienza, documenti, pareri e le testimonianze di centinaia di persone.

“La spiegazione che si dà a questo raro fenomeno della bilocazione - si legge nell’introduzione dl libro  -   manifestato da alcuni mistici e santi, è che l'anima possa allontanarsi dal corpo e rendersi visibile o percepibile a distanza(con il suo corpo spirituale), mentre il corpo fisico rimane nello stesso posto, in cui il mistico si trovava prima della bilocazione”. Nel volume di Marinelli viene presentata un'ampia raccolta di testimonianze di bilocazione di circa trecento persone acquisite dall'autore in circa trent’anni di lavoro meticoloso, attraverso una serie di interviste ai protagonisti diretti delle bilocazioni che da quanto si sa sono state migliaia.

”Nella storia della chiesa - afferma Valerio Marinelli - le bilocazioni di Natuzza Evolo appaiono  tra le più documentate e ricche di dettagli e, secondo il teologo e studioso gesuita Giovanni Martinetti, il quale ha stabilito un criterio di attendibilità  dei racconti di bilocazione, esse raggiungono il più alto livello di credibilità”.  Un patrimonio di fede del lungo cammino sulle vie del bene che hanno caratterizzato l’esistenza della grande mistica con le stimmate, morta in odore di santità il primo novembre del 2009, e che tutti aspettano di vedere presto Beata.

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