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Catanzaro, la "Naca" fra fede e suggestioni

Una processione suggestiva, capace di coinvolgere una intera città a cui si uniscono anche i centri del comprensorio. La «Naca» è l’appuntamento per eccellenza del Triduo Pasquale di Catanzaro. Una grande culla (naca dal greco ) nella quale è adagiato il corpo di Gesù, tutta ornata di tessuti e attorniata dai fiori a cui si aggiungono quattro angeli di cartapesta che tengono in mano i simboli della Passione, mentre alle spalle si erge una grande croce illuminata. Questa tradizione ha radici molto antiche, legate all’inizio del secolo scorso, quando i Confratelli andavano a visitare i Sepolcri la sera del Giovedì Santo portando a turno «sugli omeri» una pesante Croce Penitenziale. La «Naca» veniva portata a spalla dai rappresentanti delle corporazioni dei mestieri, tra cui calzolai, contadini e gli artigiani, mentre oggi viene portata da diversi anni dai Vigili del Fuoco vista anche la sua maestosità.
Alla «Naca» segue la Madonna Addolorata, vestita con un abito nero e rappresentata con un cuore trafitto da sette spade a rappresentare i sette dolori della Vergine e Madre di Cristo. In origine avevano luogo diverse processioni della «Naca», fino a quando, dopo il 1937, per disposizioni di Mons. Giovanni Fiorentini venne istituita una sola processione per il venerdì sera. La città di Catanzaro è particolarmente legata a questa tradizione. Il capoluogo calabrese si ferma, modificando persino gli assetti della viabilità del centro storico. Due ali di folla accompagnano la «Naca» nel suo percorso che coinvolge sia il corso principale del capoluogo calabrese, sia i vicoli stretti e caratteristici del centro storico. Dietro la «culla» di Gesù e la Madonna sfilano le congreghe e i fedeli, in un tragitto suggestivo, coinvolgente, emozionante. Una lunga preghiera e una intensa riflessione che segna l’intero anno religioso per l’evento sicuramente più sentito.

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