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I prodotti tipici dell’area del Poro “simbolo” di riscatto e sviluppo

Presentato il progetto per realizzare un Polo agroalimentare in un bene confiscato a Rombiolo

Uno stabilimento industriale realizzato circa vent’anni fa e destinato alla produzione di divani e salotti prima che lo Stato lo sottraesse alla disponibilità della criminalità organizzata, sarà la sede del “Polo agroalimentare per la valorizzazione dei prodotti tipici dell’area del Poro” a cominciare dal pecorino e dalla ‘nduja per finire alla cipolla rossa di Tropea, al tonno e altre eccellenze ancora.
L’elaborato, dopo aver superato a pieni voti la fase preliminare di valutazione, è in attesa di essere ammesso ai finanziamenti previsti nel Pnrr per interventi per la riqualificazione e rifunzionalizzazione di siti destinati a creare ecosistemi di innovazione nel Mezzogiorno. A proporre l’idea progettuale è stato il Dipartimento di Farmacia e Scienze della salute e della nutrizione dell’Unical, che si è avvalso della collaborazione del Comune di Rombiolo, con in testa il sindaco Domenico Petrolo, e dell’Ordine degli architetti della provincia di Vibo presieduto da Fabio Foti, nonché della SismLab, un’azienda spin-off dell’Unical specializzata nel campo dell’ingegneria civile, e de “La cantina del contadino”, b&b-ristorante di Nicola Vincenzo Quercia con sede in Rende, chiamata a gestire una struttura di oltre mille mq – con ristorante, 24 posti letto, piscina, lavaggio gazebo esterni, centro benessere e altri servizi – e a definire menu basati su prodotti tipici locali idonei a promuovere la cultura della Dieta mediterranea di riferimento di Nicotera.

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