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Catanzaro, all'Ipsia Ferraris la bellezza delle carezze contro la violenza sulle donne

In occasione della celebrazione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, il 25 novembre è stato vissuto con grande impegno anche dai ragazzi dell’IPSIA “Ferraris” di Catanzaro. Sotto la supervisione della dirigente Elisabetta Zaccone, si è tenuto un incontro partecipato e intenso che ha visto coinvolti numerosi studenti dell’istituto, i quali, guidati dagli insegnanti, hanno offerto il loro contribuito con reading, cartelloni artistici, elaborati grafici e montaggi video, realizzati con particolare sensibilità sulle tematiche della prevaricazione e degli abusi sulle donne. Il lavoro è stato frutto di un’approfondita attività laboratoriale, con il supporto costante dei docenti, attraverso un percorso di confronto di idee e progetti per diversi giorni precedenti l’evento. Numerosi volti tinteggiati di rosso, colore simbolo dell’attività di prevenzione della violenza di genere, si sono prestati così a essere protagonisti di momenti di riflessione, di espressione orgogliosa di una parte della società, quella della scuola e della formazione educativa, progettuale e impegnata, che ha la fermezza di credere nella capacità di poter dissipare l’incubo del femminicidio con tali attività di sensibilizzazione.

A introdurre l’incontro una breve riflessione della docente di Lettere dell’Istituto, Francesca Amato, sulle tematiche della violenza maschile sulle donne, partendo da una prospettiva storica che svelasse il motivo dietro la scelta della data in cui si celebra la giornata e sottolineando l’importanza del lavoro svolto con i ragazzi per conseguire l’obiettivo di una crescita educativa, in cui il rispetto dell’altro, in questo caso il genere femminile, diventa apprendimento necessario per la formazione di nuove generazioni, pronte a costruire una società che promuova una cultura di genere non-sessista e paritaria.

A seguire l’intervento del sociologo Mauro Vitaliano, responsabile del Centro SPRAR “Vivarium” gestito da Fondazione Città Solidale, un progetto operativo nel territorio nel campo dell’accoglienza e dell’assistenza alle donne vittime di violenza, il quale ha voluto ricordare l’entità di questo drammatico fenomeno facendo visionare in un’intervista video la testimonianza di una donna ospite della loro struttura. “Pensavo fosse l’amore della mia vita – ha confessato la vittima con il volto sfocato e la voce camuffata – invece è stato il mio inferno”. Si è trattato di un momento di particolare coinvolgimento emotivo, un invito ad acquisire l’attitudine ad ascoltare le voci più sommesse e, in continuità con il messaggio veicolato per così determinare un cambio di mentalità, Vitaliano ha infine invitato i ragazzi a non temere di denunciare eventuali maltrattamenti in famiglia.

È arrivato infine il momento che ha visto coinvolti direttamente gli studenti, una serie di reading e visioni, tra testi di musica trap e i versi di solitudine e di amore di Alda Merini, immersi in una denuncia poetica della fragilità che si trascina agli angoli dello sconforto, per aver creduto in un’illusione che pareva amore. Le voci dei ragazzi si sono accompagnate all’emozione, magari poco votati alla rappresentazione sono riusciti comunque a disporre di un istinto drammatico e a corrispondere a un sentimento autentico e rispettoso del linguaggio poetico. Ma soprattutto si sono resi protagonisti di una scuola che può e vuole contribuire a cambiare quella cultura che giustifica la violenza e il sopruso nei confronti delle donne, nella prospettiva di un cambiamento culturale che necessita, eccome, della loro presenza.

Ed è grazie a questi progetti di sensibilizzazione, che prevedono azioni di formazione all’interno degli istituti scolastici, in collaborazione con dirigenti e docenti illuminati e responsabili, e il supporto di associazioni attive e presenti sul territorio, che si forniscono gli strumenti educativi per riconoscere, prevenire e contrastare fenomeni come quello della violenza sulle donne. Senza trascurare il contributo offerto dalla narrativa e dalla poesia, per non dimenticare un impegno intimo e totale, come in quel monito in un verso di Baudelaire, quando “ti rammenterai la bellezza delle carezze”.

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