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Cento anni fa, il futuro Papa Roncalli “pellegrino” in Calabria

Dopo cento la Calabria non può dimenticare la venuta del novembre del 1922 di mons. Angelo Giuseppe Roncalli, il futuro Papa Giovanni XIII, oggi santo, il Pontefice che volle il Concilio Ecumenico Vaticano II. Una visita storica, già menzionata nei suoi volumi dal compianto arcivescovo mons. Antonio Cantisani e, in questi giorni, riproposta anche dal giornalista vaticanista Raffaele Iaria nella pubblicazione «Roncalli in Calabria. Il viaggio nella regione un secolo fa (1922-2022)» ed.Tau. con la prefazione di Marco Roncalli e la presentazione di don Enzo Gabrieli. Il futuro papa Roncalli venne in Calabria come Presidente del Consiglio Centrale per l’Italia della Pontificia Opera della Propagazione della Fede, per sensibilizzare e ravvivare l’attività missionaria della Chiesa, incontrando vescovi, presbiteri, seminaristi e fedeli laici.

La visita

La visita di Roncalli in Calabria iniziò il 3 novembre del 1922 a Nicastro con le successive tappe per tutto il territorio tra i due mari Jonio e Tirreno: Sant’Eufemia, Pizzo, Monteleone, Tropea, Nicotera, Gioia Tauro, Reggio Calabria, Mileto, Bova Squillace, Catanzaro, Crotone, Cariati, Rossano, Cassano, San Marco Argentano, Cassano allo Ionio, Cosenza e Paola. Mete segnate dalla visita del “pastor bonus” tra dialogo, proposte e confronto, tanto da scrivere: «La Mia peregrinazione procede come un orologio; trovo ottime accoglienze presso Vescovi e sacerdoti». Dopo solo cinque mesi della sua elevazione a Pontefice, fu lo stesso Roncalli, il 10 marzo del 1959, a raccontare della storica visita all’Arcivescovo mons. Armando Fares, già suo alunno di Patrologia al Laterano, ricordando della meditazione fatta ai seminaristi di Catanzaro sul “Pater Noster” e descrivendo alcuni particolari su Squillace, precisando della maestosa facciata in pietra della Cattedrale e della bellezza del Golfo di Squillace che ammirò scendendo a piedi dal paese sino al litorale, sostando in preghiera nel Santuario Madonna del Ponte, dove, ancor oggi, si legge una lapide marmorea in sua memoria.

Le lettere

Nel Natale del 1922, Roncalli scriverà una lettera all’Arcivescovo di Catanzaro, Mons. Giovanni Fiorentini. «In questo giorno carissimo ai ricordi più belli - scrisse Roncalli - torna il mio pensiero a lei e alle amabili accoglienze fattami a Catanzaro. Ho già detto al Bambino la mia umile ma fervida preghiera perché colmi V.E. delle benedizioni più elette e dia conforto più lieto che cuore di vescovo possa desiderare… Ho letto con piacere grande le sue felici ed opportune disposizioni circa l’azione missionaria secondo gli indirizzi della S. Sede: e farò mandare subito, cioè dopodomani, al suo rev.mo Segretario un numero notevole di articoli di propaganda come V. E. mi dice nella sua cartolina». Roncalli tornerà a scrivere a mons. Fiorenti il 24 marzo 1924: «Eccellenza, la mia parola è impari ad esprimere la compiacenza che ho provato osservando il bellissimo aumento delle offerte della sua diocesi per l’Opera della Propagazione della Fede nel 1923. Le impressioni lietissime e oltremodo care, che riportai nel novembre 1922 nella visita che feci a V.E. costì, non mi avevano ingannato…Diamone – continua Roncalli – tutti insieme gloria al Signore, e prendiamone incoraggiamento a procedere di anno in anno con sforzo tenace di organizzazione». Nella stessa lettera ricorda a mons. Fiorentini un particolare, già espresso a voce su Catanzaro: «Osservata dal piano mi richiamava per la postura incantevole la mia Bergamo nativa. Che sia essa la Bergamo della Calabria anche per lo sviluppo dell’Opera della Propagazione della Fede».

Dopo 100 anni

Dopo cento anni, analizzando la storia umana e spirituale di questo Santo Papa, anche la Calabria, nel novembre del 1922, in tanti hanno potuto vedere nel volto e nell’opera del giovane Roncalli, quanto poi scrisse nel suo “Giornale dell’Anima” del 1924 riguardo l’Opera della Propagazione della Fede: «tutto e sempre: testa, cuore, parola, penna, preghiere, fatiche, sacrifici, di giorno e di notte, a Roma e fuori».

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