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Lotta alle infezioni ospedaliere, l'università Magna Graecia di Catanzaro in prima linea

Il centro di Malattie Infettive dell’Università “Magna Graecia” - Aziendaospedaliero-universitaria "Renato Dulbecco" è in prima linea contro le infezioni batteriche e virali e, sotto la guida di Alessandro Russo, professore associato di Malattie Infettive, ha avviato un progetto di ricerca unico a livello nazionale e internazionale sulle infezioni ospedaliere causate da batteri resistenti agli antibiotici. Lo studio, chiamato ITACA, coinvolge 52 centri in Italia con l’obiettivo di analizzare le caratteristiche cliniche e la terapia dei pazienti colpiti dall’infezione di uno dei più pericolosi superbatteri al mondo. “Negli ultimi anni le infezioni ospedaliere causate da batteri resistenti agli antibiotici sono responsabili di migliaia di morti nel mondo - spiega il prof. Russo - e le infezioni contratte durante il ricovero sono oggi il nemico numero uno in ospedale. Il nostro studio osservazionale, prospettico e multicentrico rappresenta la più importante ricerca in corso in Italia e a livello mondiale su uno dei batteri multiresistenti agli antibiotici più temibile, l’Acinetobacter baumannii, e rappresenterà un significativo passo in avanti nella conoscenza e nella gestione di questa infezione che colpisce soprattutto pazienti fragili, spesso ricoverati nelle terapie intensive”.

Le infezioni resistenti agli antibiotici riguardano circa il 6% dei pazienti ricoverati in ospedale e le ultime stime indicano che ogni anno causano la morte di quasi 80.000 persone nei Paesi Ocse. Si tratta di infezioni non presenti al momento del ricovero del paziente ma che vengono contratte durante la permanenza in ospedale o nelle 48 ore successive alle dimissioni. Si calcola che entro il 2050, nel mondo, le infezioni batteriche diventeranno il killer numero 1 e causeranno 10 milioni di morti l'anno, superando per decessi i tumori.

Le alte percentuali di resistenza agli antibiotici di ultima linea - prosegue Russo - registrate in diversi Paesi europei potrebbero essere dovute in parte all’abuso, in comunità e in ospedale, degli antibiotici più comuni quelli prescritti dal medico di famiglia o che le persone si auto prescrivono. Queste infezioni sono una minaccia per la sicurezza dei pazienti ricoverati in ospedale e purtroppo l’Italia è maglia nera in Europa sia per incidenza di batteri resistenti che per mortalità. Lo studio ITACA (ITalian Advances on Carbapenem-resistant Acinetobacter), con cui abbiamo coinvolto i centri di infettivologia più importanti in Italia, permetterà di conoscere meglio le caratteristiche cliniche e microbiologiche e di studiare terapie più efficaci per i pazienti colpiti da questo superbatterio. La ricerca sulle infezioni correlate all’assistenza - conclude - e la disponibilità di nuovi antibiotici rappresentano interventi irrinunciabili per una sanità più sicura”.

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