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Verso la settimana sociale dei cattolici, l'arcivescovo di Catanzaro: "Dare più anima al nostro agire"

“Spero che le riflessioni di questa sera abbiano contribuito a dare più anima al nostro agire e che ci aiutino a spendere la nostra passione quotidiana che nasce certamente da un’esperienza di fede, ma che rappresenta il cuore che anima il nostro servizio di cittadini”. Così l’Arcivescovo Claudio Maniago chiudendo i lavori dell’incontro organizzato a Catanzaro, presso la sala conferenze della “Banca Centro Calabria” in località Germaneto in preparazione alla “Settimana Sociale dei Cattolici” che si terrà a Trieste dal 3 al 7 luglio.
Un incontro qualificato e di spessore, organizzato dall’Ufficio Diocesano di Pastorale Sociale e del Lavoro diretto da don Gaetano Rocca e moderato da don Bruno Bignami, Direttore Nazionale dell’Ufficio della Pastorale del lavoro e dei problemi sociali.
Bignami ha evidenziato che “la “Settimana Sociale dei Cattolici” rappresenta una tappa significativa molto importante tanto che anche il Papa ha assicurato la sua presenza a Trieste: essa ha il compito di immaginare qualcosa di nuovo in un momento in cui anche la Chiesa è impegnata ad ascoltare e ad interrogarsi nel processo sinodale in corso. E l’appuntamento di quest’anno è chiamato a riflettere sulla crisi di partecipazione, riferita non solo al fatto che la gente non va a votare, ma anche a come stiamo vivendo il tema della partecipazione sociale e politica, con la crisi della democrazia e dei legami nei nostri territori”.
In platea una nutrita rappresentanza di sindaci, amministratori comunali e provinciali, operatori pastorali e cittadini, convenuti per ascoltare il confronto sul tema della democrazia che ha visto protagonisti Monsignor Luigi Renna, Presidente della Segreteria Organizzativa della Settimana Sociale e il professor Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio.
Riccardi ha ricordato che “le Settimane Sociali sono un punto di svolta e spesso sono risultate decisive al contributo dato dai cattolici ai processi costituenti dell’Italia e, in particolare, alla redazione della nostra carta costituzionale”.
Ricordando Paolo VI, Riccardi ha sottolineato che “il mondo soffre per mancanza di pensiero, per mancanza di idee e per mancanza di un sogno, di una visione del futuro. In questo senso il tema dell’immaginazione risulta essere davvero decisivo”.
“Il bene comune – ha aggiunto Riccardi - si è ecclissato per una serie di ragioni, tra tutte, la rivoluzione climatica culturale con il passaggio dalla società del noi alla società dell’io. Una Settimana Sociale è un grande noi convocato per immaginare e discutere”. “Oggi la politica insiste molto sull’efficienza, sulla governabilità e poco sulla visione globale di società che vogliamo. Noi non possiamo rinunciare alla prospettiva del bene comune, perché ci sembra un obiettivo del futuro: non si può andare all’appuntamento con il mondo globale in maniera parcellizzata, ma abbiamo bisogno di un noi “casa comune”, di un’Europa casa integrata, il mondo globale se non lo si vuole vivere da vinti, deve essere un mondo fatto di alleanza e di riscoperte del bene comune: bisogna riscoprire la dimensione della partecipazione al bene comune”.
Anche monsignor Renna ha voluto evidenziare che le Settimane Sociali non sono un convegno, ma un processo. Esse nascono quando i cattolici non avevano un loro partito, donne e uomini che hanno voluto ricostituire la ricchezza di un pensiero. Si tratta di obbedire al trinomio “poter essere-poter fare-poter cambiare”: è il potere della partecipazione che non occupa spazi, ma dice io ci sono! Il punto di riferimento è la Dottrina Sociale della Chiesa che ci dà dei contenuti e un metodo ponendo al centro la persona, la società, il bene comune. Al centro di questo evento c’è il grande insegnamento dell’enciclica di Papa Francesco, Fratelli tutti, che ci aiuta a ridefinire il concetto di popolo e di democrazia”. Circa la presenza dei cattolici in politica, monsignor Renna ha precisato che “la storia non si ripete e occorre stare attenti a non ripetere una narrazione del passato, ma trovare forme autenticamente nuove, perché vanno nascendo vecchie sigle con vecchie persone. Attraverso le “Piazze tematiche”, a Trieste e successivamente nei territori, auspichiamo che le Settimane Sociali diventino un modello da esportare e generativo di un modo di fare”.
I lavori della tavola rotonda sono stati arricchiti dal contributo di Monica Tripodi, responsabile regionale delle Pastorale Sociale e del Lavoro che ha presentato lo stato dell’arte del cammino della Calabria verso Trieste e l’avvio dei cantieri della passione politica.
Uno spazio propositivo e costruttivo lo hanno avuto anche i giovani con la presentazione di esperienze e testimonianze curate dal responsabile diocesano Francesco Costa.

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