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Turismo esperienziale, in arrivo a Dasà oltre 70 turisti da varie nazioni del mondo

Saranno oltre 70, a vari step, i turisti che, tra settembre e ottobre, invaderanno Dasà grazie al turismo esperienziale messo in piedi dal canale “YouTube” “Pasta Grammar” di Eva Santaguida e del marito Harper che (forte dei suoi 340 mila followers) recupera sempre più viaggiatori interessati a perdersi nella tranquillità immersiva e coinvolgente del piccolo borgo, e all’associazione “Dasos Eliés”, nata sul posto e presieduta da Rosa Maria Ietto per ottimizzare l’accoglienza degli insoliti escursionisti vogliosi di “errare tra non convenzionali ma sane e sublimi (per chi non le ha mai provate) esperienze e sensazioni. Un’iniziativa che, negli anni, ha avuto una incredibile crescita esponenziale, rivoluzionando (per non dire creando ex novo) il modo di fare turismo a queste latitudini e determinando positive ripercussioni a livello di rivitalizzazione sociale ed economica, al punto che, parafrasando scherzosamente, Dasà si candida ufficialmente a contendersi il titolo di “Caput Mundi” con ben più blasonate metropoli.

Scherzi a parte stavolta l’organizzazione si è superata, riuscendo a coinvolgere ben 73 turisti. Si è partiti già sabato scorso con l’arrivo di un primo corposo gruppo di 19 visitatori tra americani, scozzesi e spagnoli, che rimarranno in paese fino al 13. Ecco poi secondo gruppo di sedici americani sarà a Dasà e vi rimarrà per un analogo periodo di tempo. Ad essi si aggiungerà, dal 19, un altro piccolo gruppo di tre persone. Il 21 settembre, invece, sarà la volta di dodici australiani ai quali, dal 30, si alterneranno altri 3 americani che, il 4 ottobre, lasceranno il posto ad altri 16 connazionali. A essi dal sei si aggiungerà una coppia, che, già venuta a maggio, tornerà per l’acquisto di alcune proprietà. Cosa faranno a Dasà? Quello che di più tradizionale, autentico e genuino il paese può offrire: impasteranno e inforneranno pane e pizza; mescoleranno gli ingredienti per friggere e gustare “nacatuli” e “curujicchi” e altri dolci tipici; produrranno formaggio e ricotta; stenderanno “Fileja” che poi consumeranno col buon sugo di polpette dalla presidente Ietto; stuzzicheranno il palato con soppressata, ‘nduja e salumi locali; visiteranno siti e luoghi ameni e pregni di storia, natura, bellezza, cultura e salubrità. Balleranno, canteranno e si divertiranno insieme agli autoctoni, con cui ogni volta si instaura una sorta di rapporto quasi parentale. Di quelli che quando arriva il momento della partenza ci si commuove. Faranno questo e tante altre attività che il posto ancora custodisce e tramanda tra le generazioni.

Cose “normali” e scontate per chi le ha sottomano. Ma non per loro. Tutto questo, come si diceva, genera molti effetti positivi, con il borgo che si rianima e rivive, anche attraverso il coinvolgimento della popolazione e di tanti volontari che cucinano e coccolano gli ospiti. Inaspettate e più importanti le ripercussioni economiche che, oltre all’acquisto in loco degli ingredienti e di quanto occorre per l’ospitalità, si concretizzano nell’affitto di private abitazioni adibite a casa vacanze e, addirittura, nella compravendita di molte delle stesse e di strutture di archeologia industriale. Oltre alle proprietà che acquisterà la coppia suddetta, infatti, decine sono le case già acquisite, da adibire ad una sorta di albergo diffuso. Gli stessi Eva ed Harper hanno comprato una dismessa pizzeria, e sovrastante abitazione, da trasformare in B&B e dove accogliere gli ospiti per le attività programmate. E, mentre sta tardando l’acquisizione di un antico frantoio nella vicina Acquaro, è ufficiale a Dasà l’acquisto del vecchio mulino Minà, da parte di un turista irlandese, che lo metterà a disposizione delle attività dell’associazione. Una sana follia che inebria, grazie ai novelli “Cristofori Colombo” Eva e Harper, che dall’America riscoprono una sconosciuta Italia. In Calabria. Nell’estremo entroterra. Mancano solo la “Niňa”, la “Pinta” e la “Santa Maria”. Il resto, al contrario, c’è tutto.

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