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Catanzaro, il ko col Catania fa male

Giuseppe Figliomeni

Due sberle in sette giorni sono un indicatore affidabile: il Catanzaro è in flessione, lo dicono i risultati. Cambia poco se i tre gol subiti nelle due sconfitte consecutive, a Bisceglie e col Catania al “Ceravolo”, siano episodi causati da errori e ingenuità: robe del genere non si sarebbero viste anche solo un mese fa. L’ha ammesso anche Cassia, l’allenatore in seconda, nel dopo gara.

Al di là della delusione per il k.o. nello scontro diretto con gli etnei – brusco richiamo alla realtà dopo una striscia interna positiva durata nove partite e quasi cinque mesi (17 ottobre, 0-3 Juve Stabia) – la classifica non è compromessa. Certo, il secondo posto è lontano (il Trapani ha 10 punti ma pure due partite in più), mentre il terzo resta sempre a portata di mano: i giallorossi hanno un match e tre punti in meno del Catania, in caso di arrivo alla pari avrebbero dalla loro la differenza reti nel doppio confronto (tre a due).

Il 2-1 incassato dagli uomini di Novellino ha fatto parecchio male, ovvio: i siciliani hanno fatto valere l’esperienza e sono stati efficaci in contropiede e in transizione, soprattutto hanno avuto quel cinismo feroce sugli errori altrui (sia nel primo che nel secondo gol) oltre a chiudere spazi e terreno, in chiave difensiva, con due linee compatte a ridosso della propria area di rigore. Fosse stata in un momento più brillante la squadra di Auteri non avrebbe probabilmente subito il ritorno dell’avversario una volta passata in vantaggio. Ma il periodo non è granché, c’è poco da dire.

D’Ursi è comunque arrivato a quota dieci centri in campionato (più due in Coppa) ed è stata una delle note più positive insieme al secondo tempo di Kanoute (sorvoliamo sul primo) e all’ennesima prestazione col pollice all’insù di Maita.

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