Ci sono sconfitte e sconfitte. Il risultato è lo stesso, zero punti da trasferire in classifica, ma da come arrivano possono cambiare stati d’animo e prospettive. Catanzaro che Vibonese, entrambe battute nell’ultimo turno di Serie C ma in maniera totalmente diversa, giocando contro le prime due della classe.
Seppur con l’amaro in bocca può sorridere la Vibonese, che giungeva da un tour de force clamoroso dopo l’emergenza Covid che l’ha colpita in pieno ma ha dato del filo da torcere alla Ternana, macchina da guerra umbra guidata da Cristiano Lucarelli. I rossoblù di Galfano, travolti dagli impegni e con una condizione fisica tutt’altro che ottimale, hanno messo in grande difficoltà la principale candidata al salto di categoria reduce da otto vittorie consecutive. Redolfi e compagni hanno portato in campo al “Razza” lo spirito del proprio allenatore: l’umiltà, la voglia, l’applicazione ma anche la personalità e le idee. Quasi un capolavoro, se negli ultimi dieci minuti Vantaggiato (una delle tante frecce nell’arco rossoverde) non avesse deciso di ribaltare il 2-1 con una doppietta. Un’impresa sfiorata che consegna ai vibonesi sicurezze, dignità e convinzione di potersela giocare con tutti. Senza paura. A cominciare da domani a Caserta.
Di tutt’altro tenore il ko del Catanzaro a Bari, ora secondo in classifica solitaria. Per carità, si sapeva che l’organico dei “galletti” fosse più completo e attrezzato di quello calabrese, ma i tifosi giallorossi contestano al tecnico Calabro un atteggiamento timoroso, remissivo, attendista ed esclusivamente orientato a colpire in contropiede. L’allenatore l’aveva studiata così, con l’attacco rapido che però non ha colpito. Chi si aspettava un atteggiamento aperto, offensivo e spavaldo è rimasto deluso: difendere bene e colpire era la tattica, riuscita a metà. Questioni di strategie. Si va avanti, le critiche ci stanno senza che si arrivi al catastrofismo. In arrivo c’è la Turris per confermare che il Catanzaro ha una sua identità e mentalità per puntare a obiettivi prestigiosi.
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