Il derby dell’amicizia e del rispetto. Si accendono le luci del “Ceravolo”: Catanzaro-Vibonese arriva in un momento-chiave della stagione per le due calabresi. È come se il calendario ci avesse messo lo zampino proponendo a tutt’e due l’occasione di uscire allo scoperto proprio in una sfida così speciale. Battere un colpo e dare un calcio alla crisi – o presunta tale – con una vittoria nel derby sarebbe il miglior modo per riprendere la corsa verso i rispettivi obiettivi.
Cinquanta chilometri a dividere in linea d’aria le due città ed esigenze diverse in 90’ che banali non saranno: le Aquile rivedute e corrette non hanno alternative se vogliono dimenticare la scena muta di Pagani e puntare almeno a quel quarto posto che qualche chance in più nella post-season la offre; i rossoblù, anche badando meno all’estetica e più alla sostanza, devono prima guardarsi alle spalle e racimolare punti-salvezza piuttosto che sognare una delle prime dieci ambite poltrone. Perché se la B deve essere nel breve-medio periodo il giusto scenario per una piazza storica del calcio italiano qual è Catanzaro, il professionismo è un patrimonio da tenere stretto per una Vibonese che in questi anni ha fatto così bene da diventare anche un modello tecnico-finanziario. Ecco perché questo derby vale più dei tre punti. Mancherà il colore dei tifosi: basta ciò per poter già dire che per le vere emozioni da derby bisognerà attendere la prossima puntata.
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