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La Vibonese è chiamata a darsi una scossa

L'inizio ricorda quello di Nevio Orlandi e Giacomo Modica delle prime due stagioni di Serie C dopo la splendida cavalcata promozione: due sconfitte e un solo deludente pareggio nelle prime tre giornate di campionato. Un percorso in tutto e per tutto uguale a quello della Vibonese di Gaetano D'Agostino. La speranza dei tifosi è che anche la continuazione sia simile perché i rossoblù sono rinati proprio alla quarta partita.

Sia con Orlandi che con Modica. Corsi e ricorsi storici con paragoni che non hanno nulla di scientifico ma in tempi di alta depressione ci si aggrappa davvero a tutto.

Ma procediamo con ordine. Stagione 2018-2019, la Vibonese è reduce dalla straordinaria promozione ottenuta al Granillo di Reggio Calabria nello spareggio con il Troina. Sulle ali dell'entusiasmo si presenta ai nastri di partenza con lo stesso allenatore (Orlandi) e con la stessa ossatura che aveva portato il club rossoblù a un passo dallo scudetto dei dilettanti. Esordio al di sotto delle aspettative con pari agguantato in extremis a Bisceglie. Poi due sconfitte di fila contro avversari comunque ostici: il Trapani e il Catanzaro al Ceravolo. Polemiche su polemiche fino alla vittoria (immeritata) contro un Matera in via di smantellamento. Successo di misura che salva la panchina di Orlandi dando il via a un ciclo di risultati positivi che avrebbe portato la Vibonese sulla scia delle grandi.

Altro discorso il girone di ritorno con l'inspiegabile crollo, la salvezza conquistata in largo anticipo e i playoff sfumati anche se ampiamente alla portata.

Altra stagione, altro inizio affannoso. La meravigliosa Vibonese di Giacomo Modica fatica più del previsto prima di sbocciare. Un solo punto nelle prime tre gare, poi il tris al Rende alla quarta giornata e il brutto anatroccolo che si trasforma in cigno. Il “Luigi Razza” diventa “Modicalandia” e a Vibo è tempo di calcio-champagne. Coniugare i risultati con il divertimento è il mantra anche di Gaetano D'Agostino. Fin qui nulla del genere si è visto. Un paio di tiri in porta, un solo gol e un ultimo posto da allarme rosso. Ad Andria la svolta?

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