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Catanzaro, in regia c'è Maldonado. "Siamo forti ma serve tanta umiltà"

Ora è lui a dirigere gli uomini sul set. Dopo un primo assaggio e quasi due mesi di stop, Luis Maldonado si sta prendendo il Catanzaro. Messina, Turris e Juve Stabia: tre gare di fila da titolare con le responsabilità - gravose ma belle - del regista. L'ecuadoriano trapiantato in Italia, a Pinzolo, nel Trentino, dove è arrivato 12 anni fa, cresce e migliora sotto tutti gli aspetti. «Quando sono arrivato ho giocato subito, mi sono trovato molto bene e stavo bene fisicamente, poi ho avuto una piccola ricaduta di un'infiammazione al ginocchio sinistro, quindi sono rimasto fuori e, considerando il rendimento dei miei compagni, era giusto che aspettassi il mio momento. Pian piano sto riprendendo confidenza anche con gli schemi del mister e la squadra gioca bene».

Il debutto a Catania, poi l'infortunio e lo stop proprio all'inizio del ciclo di 6 successi di fila: quanto è stata dura stare fuori?

«Ho rosicato tantissimo, abbiamo cambiato marcia dopo il pari con il Palermo e a Catania sapevo di aver fatto una grande partita, di meritare la maglia da titolare. Però sono stato contento lo stesso, i risultati successivi hanno dato tranquillità anche a me che stavo fuori».

Cosa vi ha fatto svoltare?

«Io pensavo che questa squadra facesse benissimo fin dall'inizio della stagione, ma ovviamente servono sempre le idee oltre ad avere i giocatori più forti, perché se non hai un'idea di calcio fai fatica. Il cambiamento l'ha impresso il mister dando idee di gioco a una squadra già forte che è stata rinforzata a gennaio».

Domenica a Castellammare avete condiviso metà ripresa tu e Cinelli, due modi diversi di essere play. Potreste continuare uno accanto all'altro?

«A centrocampo siamo tutti e quattro giocatori di qualità (gli altri sono Verna e Welbeck, ndr), ognuno di noi può sempre far bene. A me piace essere il play basso e dettare la manovra, con Cinelli, che ha fatto molto bene quando è stato chiamato in causa, possiamo stare insieme, perché abbiamo tutti e due determinate doti e anche a me piace aggredire e pressare in avanti».

Con la Juve Stabia avete recuperato una gara che pareva compromessa dall'inferiorità numerica: come ci siete riusciti?

«Nel primo tempo ci mancava un po' di cattiveria sulla trequarti, ma sapevamo che pure in 10 avremmo potuto colpire. Nella ripresa non li abbiamo fatti uscire dalla propria metà campo, sembravano loro quelli con l'uomo in meno. Abbiamo mostrato di voler vincere fino alla fine, è quello cui puntiamo in tutte le gare».

Quando sarai al top?

«Sto facendo lavori specifici per rinforzare il quadricipite della gamba sinistra, mi serve un altro paio di partite, per i playoff sarò al 100%, ma già adesso sto molto meglio».

Cosa serve nei playoff?

«Il nostro obiettivo è chiaro, sappiamo di essere forti e di poter far male a chiunque, ma dobbiamo continuare a lavorare con umiltà perché agli spareggi un episodio a favore o contro può essere decisivo. Noi ci crediamo, non ci resta che prepararci al meglio».

Un anno e mezzo di contratto, resterai qui anche l'anno prossimo: come ti trovi in città?

«Alla grande, vivo a Soverato, ma mi piace anche Lido, dove c'è tutto. Magari il prossimo anno prenderò casa proprio a Lido, che è una zona molto bella che piace pure a Denisse, la mia ragazza, anche se ancora non capisco nulla del vostro dialetto e non ho ancora assaggiato i piatti tipici, ma lo farà appena possibile».

Quanto può migliorare ancora il Catanzaro?

«Ancora tantissimo, il mister ci sta dando sempre più idee, a gennaio ci siamo inseriti abbastanza bene, ma si può fare sempre di più. Magari con più cattiveria in zona gol e anche nell'impostazione. E poi nello spogliatoio ci sono tanti calciatori di personalità, il capitano, Fazio, Iemmello… loro ci trascinano».

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