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Catanzaro con l’entusiasmo alle stelle. Il "Ceravolo" già ribolle per la semifinale con il Padova

Vivarini studia le mosse per fermare gli euganei: «Gara diversa da tutte le altre»

La semifinale più affascinante e complicata. Quella più nobile, perché Catanzaro-Padova mette insieme una trentina di serie A e un’altra settantina di tornei di B, tanti ricordi, personaggi e aneddoti che riempirebbero un museo del calcio. Soprattutto mette di fronte due squadroni, quelli più forti - come valori assoluti - fra i quattro rimasti in corsa nei playoff. «Adesso iniziamo a divertirci», ha caricato il capitano Martinelli nel cerchio con la squadra dopo l’1-0 al Monopoli. E in effetti è così, l’appetito vien mangiando.
Mercoledì il primo atto al “Ceravolo” (ore 19). Un nuovo pienone di gente è scontato, anche se la qualificazione non si deciderà in Calabria, perché non esistono più teste di serie e nei 180’ (domenica il ritorno all’“Euganeo”, sempre alle 19), in caso di parità, si andrà ai supplementari con eventuale appendice dal dischetto.

Però in un certo modo la sfida di andata potrà pure indirizzare un minimo un confronto che si prevede equilibrato come quelli giocati mesi fa, fra metà dicembre e metà gennaio, per la semifinale di Coppa Italia serie C: allora l’ha spuntata il Padova pareggiando in casa (1-1, Kirwan e Verna) e vincendo in trasferta (errore di Bjarkason all’esordio, rete di Bifulco). Ma era un Catanzaro diverso, ancora all’inizio del suo percorso: Vivarini aveva appena cominciato con le correzioni, i rinforzi erano appena arrivati (Sounas) o dovevano farlo (Iemmello e Biasci), altri non avevano la dimensione più alta trovata successivamente (Bayeye e Cinelli).

Da quel momento è cambiato anche il Padova: la Coppa l’ha vinta dopo che in panchina ha preso Oddo al posto di Pavanel, ma non è riuscita nel sorpasso sul Sudtirol in campionato per evitare i playoff dopo la finale persa l’anno scorso ai rigori con l’Alessandria.
I veneti hanno sofferto la Juve Under 23 nel ritorno dei quarti, con i bianconeri vicini all’impresa (il Padova ha perso 1-0 dopo la vittoria di misura dell’andata e si è qualificata solo per il miglior piazzamento in campionato). Non stanno benissimo, il Catanzaro è messo meglio anche da questo punto di vista. Non è stato facile imporsi in tutte e due le partite contro un avversario scorbutico come il Monopoli, eppure Iemmello e compagnia ci sono riusciti con merito: due vittorie di fila nei playoff il Catanzaro non le otteneva dal 2010 (doppio 1-0 al Barletta). E negli spareggi per la B non era mai arrivato così lontano nei quattro tentativi precedenti. La maturità dimostrata nelle sfide con il Monopoli è un punto di partenza, non di arrivo. «Ma con il Padova saranno gare totalmente diverse, i veneti hanno tante individualità molto forti, gioca in altro modo rispetto al Monopoli, con il 4-3-3, tende a manovrare di più e si copre molto bene. È un bell’incrocio da analizzare, studiare e preparare», ha avvisato Vivarini. Però, in fondo, come ha sottolineato Martinelli, «adesso iniziamo a divertirci».

Il giudice sportivo. Mille euro di ammenda al club per il lancio di un bicchiere di birra nel recinto di gioco, l’invasione di un tifoso a fine gara per prendere «il pantaloncino di un giocatore» e per «grida oltraggiose» di un sostenitore «nei confronti di istituzioni calcistiche indirizzate al commissario di campo». Una giornata di squalifica e 300 euro di multa a Milani, allenatore in seconda espulso a metà ripresa.

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