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Un Catanzaro sicuro della propria forza

Serie C semifinale playoff: nonostante lo 0-0 di mercoledì, i giallorossi hanno dimostrato di potersela giocare domenica a Padova

Ci sono partite che danno consapevolezza della propria forza anche se non si vincono. Nessuno, nel Catanzaro, ha continuato a pensare che lo 0-0 di mercoledì con il Padova sia stato un’occasione sprecata: è mancato il gol, chiaro, ma quante volte i giallorossi sono arrivati alla conclusione, hanno costruito le premesse per far male, hanno creato affanni alla difesa avversaria? Tante, tantissime, dall’inizio alla fine. Ha detto bene Vivarini a caldo: «Siamo forti». Ed è vero.

Il Catanzaro ha tutto per cercare la promozione fino all’ultimo istante. Certo, i veneti hanno lo spessore per reggere l’urto e imporsi, in un modo o nell’altro, ma se c’è una squadra che deve rivedere alcuni suoi punti fermi dopo l’andata della semifinale questa è proprio quella di Oddo, nervoso forse non a caso dopo la gara. Lo era anche prima, del resto. Se la tensione è inevitabile accomuni i due ambienti nel momento cruciale della stagione, quella degli avversari (al contrario del Catanzaro) è senz’altro più negativa.

E questo lo dimostra il fatto che sia stato il Padova a snaturarsi per provare a incassare meglio i colpi: ha cambiato modulo, ha tenuto fuori un attaccante come Ceravolo, ha rischiato un’inedita difesa a tre, si è abbassata tanto, soprattutto nella ripresa, quasi rinunciando a ripartire, ha subito la varietà delle iniziative delle Aquile. Una formazione che nel suo girone aveva ottenuto 85 punti ha pensato solo a non prenderle.
Domenica il Padova sarà costretto a disputare tutta un’altra prestazione, dovrà provarci di più e, di conseguenza, scoprirsi di più. Non può esserci fin d’ora una risposta alla strategia scelta da Oddo, i suoi uomini hanno le qualità e l’esperienza per spuntarla contro chiunque, ma da quelle parti farebbero bene a non fidarsi troppo del Catanzaro in versione trasferta. Viceversa, è proprio la modalità esterna dei giallorossi a dare fiducia a tutta la piazza. Mai come in questa stagione le Aquile hanno osato lontano dal “Ceravolo”.

Nella Coppa Italia dei grandi hanno eliminato il Como ai rigori, in quella di C hanno vinto con l’Albinoleffe, in campionato hanno steso la Paganese e il Latina con Calabro e poi, quando il timone è andato a Vivarini, hanno messo il turbo imponendosi a Campobasso, Catania, Andria, Taranto, Messina, Vibo Valentia e Foggia, nella gara forse più complicata dal punto di vista del contesto (tutti contro Iemmello). Ai playoff il blitz di Monopoli ha ulteriormente allungato la striscia portando i sorrisi fuori casa a quota undici fra tutte le competizioni. Mai così tanti nella storia del club.

Chiaramente, nessuna delle squadre battute lontano dal “Ceravolo” ha la sostanza che può offrire il Padova in tutti i reparti. Ma non è che i veneti nello scontro diretto di Coppa all’Euganeo siano riusciti a superare i giallorossi: in vantaggio con Kirwan, Verna li aveva subito rimessi in riga. Come la partita di mercoledì è stata completamente diversa da quella di Coppa a Catanzaro, anche quella che si giocherà fra due giorni in Veneto seguirà, probabilmente, altri canoni. La squadra di Vivarini sa interpretarne molteplici. Senza paura.

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