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Catanzaro, domani sfida decisiva a Padova con... quella staffetta che funziona

Cinelli titolare mette ordine dando equilibrio, Carlini entra e scombina con la fantasia

Massimiliano Carlini, fantasia al potere

Antonio Cinelli e Massimiliano Carlini. Uno mette ordine, l’altro porta fantasia, uno dà equilibrio, l’altro immagina e traccia vie nuove, quelle che gli equilibri – avversari – possono infrangerli. Il Catanzaro ha più opzioni in cabina di regia, ha incrementato le qualità in mezzo al campo con la staffetta fra i due veterani. Cinelli rappresenta la continuità con la seconda parte del campionato, è il titolare della regia, l’uomo che assolve la maggior parte delle funzioni del play. Carlini è invece la novità, per certi versi spiazzante, ma non per questo meno utile. Nessuno dei due è un metronomo classico, le loro lunghe e ricche carriere hanno seguito altri percorsi: mezzala e interno canonico Cinelli, trequartista, seconda punta o mezzala offensiva Carlini.

Vivarini si fida di tutti e due e, finora, non ha sbagliato. In questi playoff ha ricevuto da entrambi prestazioni all’altezza. Nelle tre partite giocate negli spareggi Cinelli è stato l’uomo che è sempre partito dall’inizio: 67 minuti a Monopoli, 61 nella gara di ritorno con i pugliesi, 63 mercoledì con il Padova, sempre attento, ordinato, puntuale, tatticamente ineccepibile come ha rimarcato più volte Vivarini. Con l’eccezione della gara di ritorno con il Monopoli, quando a rilevarlo è stato Welbeck perché c’era la necessità di un incontrista puro (il “conte” avrebbe invece preso il posto di Sounas nel finale), Cinelli e Carlini si sono scambiati i compiti negli altri due casi. È uscito uno ed è entrato l’altro e il Catanzaro ne ha beneficiato: la doppietta di Iemmello che ha ribaltato la sfida in Puglia è nata qualche giro d’orologio dopo l’ingresso del numero 29, ma pure contro il Padova la squadra ha ricevuto una scossa dalla sua presenza. Perché se Cinelli è indispensabile dal primo minuto, quando l’equilibrio è doveroso, Carlini si sta rivelando importantissimo nella ripresa, al momento in cui si può pensare di scompaginare le carte in tavola. Il modo in cui si è alzato dalla panchina mercoledì sera, determinato al solito, si è aggiunto all’effervescenza che ha messo in mezzo al campo, alla fantasia di un numero 10 che non gli è mai mancata.

Le Aquile non sono riuscite a sfondare il muro alzato dai veneti, che hanno comunque dovuto fronteggiare un’altra minaccia, pensare a un altro problema. L’alternanza fra i due permette ai giallorossi di non perdere lucidità in regia e di avere due senatori al massimo delle proprie possibilità: un’ora a tutta il primo, mezz’ora a tavoletta l’altro. L’aspetto dell’esperienza non è secondario, perché in pochi in gruppo e in particolare nel reparto ne hanno viste e passate tante quanto loro: Cinelli ha giocato quasi 180 partite in B fra Cagliari, Cremonese, Cesena e, soprattutto, Vicenza, mentre Carlini ha vinto da protagonista un po’ dappertutto e in tutte le categorie, arrivando fino alla serie A. Rinunciarci è impossibile e non converrebbe a nessuno.

E domani, dall’inizio e nel secondo tempo, tutti e due saranno fra i punti fermi di una squadra che proverà a battere il Padova per andare in finale. Con ordine e fantasia.

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