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Catanzaro, verdetto difficile da accettare

Rabbia, irritazione, indignazione, frustrazione. Quattro sentimenti in un frullatore e ne viene fuori lo stato d'animo della Catanzaro calcistica.

Il giorno dopo la fine del sogno playoff l'ambiente - tutto - fa fatica ad accettare il verdetto: mai come stavolta ci credeva, ci sperava, in un certo senso immaginava di poterci riuscire. Invece il treno si è fermato a Padova anche se i veneti non hanno dimostrato di essere superiori nell'arco dei 180 minuti.

Ma più del risultato del campo, la piazza - tutta - ha individuato nelle situazioni che hanno portati ai gol degli avversari due smaccati torti arbitrali, probabilmente i più evidenti subiti nel corso di una stagione nella quale il club si è più volte scagliato contro i direttori di gara, sicuramente i più decisivi. In questo la società (rimasta in silenzio) la pensa come i tifosi - commoventi a fine gara gli oltre 1.500 arrivati a Padova da ogni parte d'Italia, dalla Svizzera e dalla Germania -, l'allenatore o i giocatori.

Sui social ci sono una marea di commenti sulla decisione di Rutella di Enna di convalidare il gol del parziale 1-1 di Curcio. Non per irregolarità nel colpo di testa dell'italo-brasiliano (che si è smarcato bene e in modo corretto per ricevere il cross di Chiricò), quanto per la posizione di Jelenic: lo sloveno, in fuorigioco, ha ostruito chiaramente la visuale a Branduani, che per questo motivo non ha potuto nemmeno accennare l'intervento. Richiamato al monitor dal Var Mazzoleni, l'arbitro ha comunque convalidato. È stato lo spartiacque dell'incontro.

Il secondo episodio contestato riguarda il secondo giallo mancato a Santini: giustamente ammonito al 10' della ripresa per un braccio largo su Scognamillo, l'attaccante avversario avrebbe meritato una nuova ammonizione (quindi l'espulsione) per un intervento praticamente identico su Fazio qualche minuto più tardi.

Il terzo e ultimo episodio è il fallo ravvisato a Scognamillo dal quale è nata la punizione della beffa. Dal vivo, così come nei replay e nei tanti fermo-immagine che stanno facendo il giro delle chat e dei social, il gioco pericoloso è sia di Scognamillo che di Ajeti: anche questa chiamata resta controversa.

Carlini ieri ha postato un collage con i due principali momenti nell'occhio del ciclone. È stato abbastanza duro: «Purtroppo non posso commentare altrimenti rischierei la squalifica - ha scritto il fantasista -, ma queste immagini lo fanno da sole. Non si può non vedere certe cose, soprattutto con la tecnologia. A gennaio - ha aggiunto - ho scelto di rimanere nonostante tutto, mettendo da parte l'“io” per il “noi”, volevo contribuire a raggiungere il sogno che questa gente merita. E invece è finita così, resta solo tanta rabbia dentro».

Il numero 29 ha fatto il pieno di “like” in poche ore (più di 1.500) fra semplici tifosi e tanti suoi compagni, da Iemmello a Tentardini, da Verna a Cianci. Non avranno parlato dopo la gara, ma è chiaro ciò che pensano. Iemmello è stato più… romantico: «C'è sempre un'alba dopo la notte più nera». Però quella notte deve ancora passare.

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