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Catanzaro, l’esame di... laurea. «A Pescara contro la più forte»

Nel big-match le Aquile fanno visita agli abruzzesi che puntano all’aggancio. Vivarini loda i biancazzurri: «Ma abbiamo le qualità per metterli in grande difficoltà». Sugli spalti ci saranno 1500 tifosi giallorossi

Se è stato un giochetto mentale per aumentare la pressione sull’avversario oppure una constatazione sincera si capirà a fine partita: «Il Pescara per me è una grandissima squadra, la più forte di tutte al di là della classifica». Vivarini ha ripetuto alla vigilia quello che dice da inizio stagione, e cioè che gli abruzzesi (e con loro il Crotone) sono attrezzati quanto se non più del Catanzaro.

Quindi nel big-match dello stadio “Adriatico”, davanti a oltre 10mila spettatori di cui 1.500 giallorossi, le Aquile sono consapevoli di dover tirare fuori il meglio del proprio (ampio) potenziale per «fare una grandissima prestazione. In settimana ho dovuto lavorare poco sotto diversi aspetti perché è una gara che si prepara da sola, i giocatori avvertono quanto conta, hanno le motivazioni e, sono sicuro, faremo bene. Pure la sfida sugli spalti mi interessa – ha aggiunto l’allenatore – a Pescara dopo tanti anni di sofferenza il pubblico si è riavvicinato e sul piano del tifo può fare la differenza, ma ci faremo sentire anche noi e sarà importante, perché avremo bisogno di determinazione, forza caratteriale e della spinta dei tifosi».

Vivarini torna a casa: la moglie è di Pescara, lui nel Pescara è nato come giocatore del vivaio e poi ha cominciato come allenatore: «Io sono un figlio del Pescara, che per il mio Abruzzo, a cui sono molto legato, nel calcio è sempre stata un traino. Per me è una partita importante, ci tengo», ha spiegato il coach ricordando i trascorsi felici nella sua terra («Ho vinto campionati a Chieti e Teramo»).

Il Catanzaro è primo in classifica, ha il miglior attacco e la miglior difesa, il capocannoniere e il suo vice. Il Pescara lo insegue a tre punti, ha il secondo miglior attacco e la seconda miglior difesa e conta su uno come Lescano, il centravanti più vicino con sette centri ai nove di Iemmello e agli otto di Biasci, riferimenti offensivi del 3-5-2 giallorosso: «Con Lescano o senza di lui loro non hanno comunque problemi, la rosa è all’altezza, il gioco ben consolidato. Io ho grande rispetto per questo avversario, ha giocatori importanti. Brosco da solo fa la differenza in questa categoria, l’ha fatta con me 2 anni in B, figuriamoci in C».

Sounas è recuperato e può essere titolare («Sta bene»), ma Bombagi (soprattutto) e Pontisso sono in allarme da giorni e il nodo verrà sciolto solo prima di salire sull’autobus per raggiungere lo stadio. Il resto della formazione è quella di sempre, pronta a una partita a scacchi sul piano tattico.

«Abbiamo analizzato tutto, provato tanti accorgimenti e tante situazioni nuove, studiato i loro pregi e i loro difetti, messo in conto le loro individualità, la loro organizzazione, il campo pesante, ragionato su varie soluzioni in funzione del loro atteggiamento, se ci prendono alti o ci aspettano, perché hanno alternato i due registri. Dobbiamo – ha concluso – essere attenti e pronti a leggere subito in campo queste situazioni consci di dover rimanere noi stessi, per giocare a calcio come sappiamo perché sicuramente abbiamo le capacità e una diversità di gioco che può metterli in difficoltà».

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