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Catanzaro, cinque buoni motivi per proseguire la cavalcata solitaria

In vista della trasferta di Viterbo. Dalla maturità acquisita sul campo alla ferocia nel fare risultato, passando per l’abilità nel segnare gol sino alla solidità difensiva

Vivarini

La necessità di punti salvezza, il gusto della sfida che dà ospitare la capolista in casa, la spinta per il ritorno alla vittoria nell’ultima uscita, anche un campo in condizioni pietose che certamente non aiuterà la tecnica del Catanzaro. Domani a Viterbo sarà battaglia, perché tutti vogliono battere gli imbattuti di Vivarini. Però il Catanzaro ha tanti motivi per continuare il suo viaggio senza macchia. Cinque sembrano più importanti.
Il primo, la maturità. Il massimo vantaggio (+11) sul Crotone invita a non accontentarsi. Martinelli e compagni scenderanno in campo conoscendo il risultato dell’inseguitrice (che gioca oggi pomeriggio in casa col Foggia), potrebbero pure speculare, ma i calcoli non sono codificati in una squadra che ha sempre avuto lo stesso atteggiamento – attento, mai supponente – anche contro le ultime della classe. E poi la vittoria solo in rimonta all’andata (3-2) ricorda che con la Viterbese è meglio non scherzare.
Il secondo, la ferocia. In una macchina da 2,61 reti a partita, Iemmello è in formissima e punta il record di 21 gol in campionato del club; Biasci non segna da Latina, ma il mezzo riposo osservato nell’ultimo turno dovrebbe avergli restituito brillantezza per contribuire a un altro primato, stavolta di coppia: la migliore nella storia del Catanzaro è sopra di appena tre reti. Vandeputte e Sounas, ma anche Situm, sono attaccanti aggiunti che stanno attraversando o un momento di forma strepitoso (il belga e il greco), o sono in netta ripresa (il croato).
Il terzo, la solidità. Fra Fulignati e i tre centrali, la porta del Catanzaro ha la stessa sicurezza del caveau di una banca svizzera: Martinelli, Brighenti e Scognamillo sono la migliore linea arretrata della categoria, Fazio un’alternativa che parte dalla panchina solo perché davanti ha dei muri. Domenica scorsa Brighenti, un po’ acciaccato, è stato sostituito a metà ripresa da proprio Fazio e lo stesso discorso potrebbe ripetersi, qualora ce ne fosse necessità, anche nel Lazio: Vivarini andrebbe comunque sul velluto.
Il quarto, strategia e varianti. I piani partita di Vivarini non hanno mai fallito. Merito di tutta la squadra e di un centrocampo che la fa girare a dovere. Rientrerà Ghion e al suo fianco ci sarà Verna, ma non vanno dimenticate le qualità di Pontisso, prima alternativa. Con questi giocatori la manovra non ha subito intoppi nemmeno quando le condizioni del terreno (a Viterbo simili a quelle di Messina) non erano appropriate al fraseggio. La Viterbese farà muro chiudendo i varchi in area? Il tiro dalla distanza è una variabile da sfruttare.
Il quinto, le “riserve”. La lucidità e la determinazione per sbloccarla anche nel finale potranno metterla attaccanti come Cianci e Curcio, cinque reti uno, quattro l’altro da subentrati. E ancora, Pontisso è un lusso, Brignola il jolly che può sparigliare le carte da esterno destro, mezzala-trequartista o anche seconda punta. Tutti vogliono fermare la capolista, ma Vivarini ha ancora tanti argomenti per non rallentare.

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