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Catanzaro, la vicenda Vivarini unico errore di questa stagione

Dopo la promozione in serie B: la gestione del rinnovo del tecnico non ha convinto. L’accordo tra le parti andava ratificato durante il campionato. Adesso la trattativa si è fatta complicata e non è scontata

Vivarini

La vicenda Vivarini paga il ritardo di qualche mese. È l’unico errore di una stagione perfetta. L’accordo andava messo con nero su bianco durante il campionato, a maggior ragione perché, sul rinnovo, il tecnico e il presidente Noto avevano da un pezzo un’intesa verbale di massima, forse fin dall’estate, quando il cammino da record era solo un sogno a occhi aperti.
Un torneo dopo, con una sola partita da giocare e a meno di sessanta giorni dalla scadenza del vincolo che lega l’allenatore e il suo staff ai giallorossi, si stanno facendo i conti con una situazione che poteva non essere tanto ingarbugliata.
C’erano e ci sono ancora le intenzioni di continuare insieme, ma ci sono pure distanze che non avrebbe avuto ragione di esistere se la trattativa fosse stata intavolata prima. Giusto per fare un esempio, da due anni a questa parte il club in autunno procede con i rinnovi dei calciatori più importanti. Magari non era obbligatorio farlo con il tecnico proprio in quel momento, nel pieno del girone d’andata, ma una volta iniziato il ritorno e scollinato il nuovo anno bisognava cominciare a discuterne, soprattutto in considerazione del primo posto reso sostanzialmente inattaccabile.
Sul rinnovo, Vivarini stesso aveva lanciato un paio di segnali fra gennaio e febbraio («Ancora non ho ricevuto alcuna chiamata»), ma a quelle dichiarazioni non c’è stato alcun seguito se si escludono i pubblici abbracci fra Noto e l’allenatore dopo la vittoria della matematica a Salerno. D’altro canto, è giusto che la società abbia voluto fare le sue valutazioni sulla prossima annata soppesando i pro e i contro di una conferma e di un addio, però l’idea di fondo di continuare con Vivarini c’è sempre stata.
Non aver imbastito prima la discussione ha innescato una trattativa diversa, più complicata e onerosa. Il tecnico ha alzato – legittimamente – la posta sul piano economico, il Catanzaro ha preso – altrettanto legittimamente – del tempo per valutare il da farsi. E forse è subentrato anche un po’ di orgoglio – nei due protagonisti, Vivarini e Noto – che ha aumentato il freddo. Sullo sfondo, le proposte interessanti che sarebbero arrivate a Vivarini: si parla del Catania e del Benevento, più di recente è risaltato fuori l’interesse dell’Avellino, che aveva provato a prenderlo un mesetto prima che ci riuscisse il Catanzaro (in Irpinia decisero di tenere Braglia, difeso dai giocatori). Piazze ambizione, programmi pluriennali, ma rimanendo in C e ripartendo da zero.
Per questo le Aquile hanno ancora un vantaggio. Non solo gli darebbero la B che si è guadagnato, soprattutto garantiscono la possibilità di continuare un lavoro avviato il 30 novembre 2021. Restare in Calabria sarebbe un bene sia per il coach, sia per il club, altrimenti obbligato a riavvolgere il nastro con un nuovo allenatore, un nuovo gioco e, nell’organico, più novità di quanto previsto. Trovare un punto di incontro, scongelare la situazione, conviene a tutti e due. I tifosi ci sperano. Lo spogliatoio pure.

 

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