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Catanzaro, l’abito cucito da Vivarini è su misura

Poche le opportunità concesse ai grigiorossi di Ballardini. Funzionano bene per ora anche i meccanismi offensivi

L’esordio da 7 in pagella a Cremona non ha bloccato il mercato. Anzi, il Catanzaro ha chiuso per l’esterno di centrocampo (Stoppa) e sta provando ad accelerare sui due colpi in difesa per irrobustire il reparto: servono esperienza e forza fisica, chissà che negli ultimi giorni non venga messa una ciliegina anche a centrocampo. Con la consapevolezza che ogni gara di Serie B nasconde insidie diverse e molto più numerose rispetto a quelle della categoria inferiore, Vivarini può fare leva sui tanti spunti positivi ricevuti contro una big. Tre in particolare: possesso, verticalizzazioni, difesa.

La capacità di gestire il pallone, soprattutto: il Catanzaro ha avuto un possesso del 57 percento, molto più degli avversari e con una precisione maggiore. Il fraseggio non è stato fine a sé stesso: avere palla ha significato non concederla agli avversari, che hanno avuto difficoltà a chiudere la prima e paziente uscita dei giallorossi orchestrata da Brighenti, Scognamillo e Fulignati. Molte volte il pubblico di casa si è spazientito e ha fischiato la costruzione bassa delle Aquile, ma l’antidoto trovato dai giocatori di Ballardini è stato ricorrere ai falli sui portatori, in particolare Ghion, che ne ha subiti più di tutti (otto).

La capacità di trovare in verticale le punte o gli esterni è un altro motivo per cui sorridere: vietato pretendere la mole di gioco del torneo scorso, ma se il Catanzaro è riuscito a concludere da dentro l’area della Cremonese in quattro occasioni - fra le quali le due clamorose di Vandeputte e Iemmello - vuol dire che i meccanismi funzionano sempre e che sono di complicata lettura per qualsiasi retroguardia (i lombardi stavano per essere bucati da Vandeputte più o meno allo stesso modo dell’Udinese).

Da questo punto di vista vanno tenute in debito conto le condizioni - ancora non ottimali - di Iemmello, Biasci e Donnarumma: quando cresceranno loro, aumenterà l’efficacia offensiva, cui andrà aggiunta la verve di D’Andrea (che era squalificato), l’imminente innesto di Stoppa e le qualità di Ambrosino, il cui rientro dall’infortunio è previsto entro la fine del mese. Insomma, l’emergenza in avanti è destinata a finire presto.

Ultima prospettiva, ma non per importanza, è la tenuta del pacchetto arretrato e di tutto il dispositivo difensivo. La Cremonese ha tirato in porta appena tre volte (il Catanzaro due), nel primo tempo ha costruito chance episodiche (un errore di Situm e il palo seguito a un corner), ma non è mai stata pericolosa in maniera strutturale, nel senso attraverso azioni corali che hanno bucato il sistema giallorosso, applicato a dovere. La Cremonese non è riuscita a farlo nemmeno nella ripresa, quando sì ha aumentato la pressione sfruttando maggiori qualità e forza fisica - anche con i cambi - ma Fulignati è stato impensierito per davvero solo nel finale e solo sugli sviluppi di un altro calcio d’angolo. Il 4-4-2 di Vivarini per la Serie B sembra il vestito giusto.

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