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Il Catanzaro liquida la "pratica" Spezia con un secco 3-0. Unica nota stonata l'espulsione di Oliveri

CATANZARO-SPEZIA 3-0
MARCATORI Biasci (C) 7’, autorete di Nikolau (S), 14’, Pompetti (C) al 28’ st
CATANZARO (4-4-2) Fulignati 7; Situm 6,5, Scognamillo 6,5, Brighenti 6, Krajnc 6; Sounas 6 (16’ st Oliveri 5), Ghion 6,5 (33’ st Verna 6), Pontisso 6,5 (24’ st Pompetti 7), Vandeputte 7,5; Iemmello 6,5 (24’ st D’Andrea 6), Biasci 7 (33’ st Donnarumma 6). Allenatore: Vivarini 7
SPEZIA (4-3-3) Dragowski 5,5; Amian 5,5, Nikolaou 5,5, Muhl 6, Bastoni 6 (27’ st Moutinho 5,5); Cassata 6, S. Esposito 6, Bandinelli 5,5 (dal 15’ s.t. Zurkowski 5,5); Kouda 6 (15’ st Krollis 6), Moro 5,5 (19’ st F. Esposito 5,5), Antonucci 5,5 (27’ st Cipot 5,5). Allenatore: Alvini 5
ARBITRO Zufferli di Udine 6
NOTE Espulso Oliveri (C) al 49’ s.t. per comportamento non regolamentare. Ammoniti: Amian (S), Scognamillo (C) e Bandinelli (S) per gioco scorretto. Paganti 7.394, incasso non comunicato; abbonati 4.802, quota non comunicata. Angoli 6-5. Rec. 2’; 5’

Che serata. Che vittoria. Che magnifico Catanzaro. Grande festa al “Ceravolo”. Pieno come un uovo e pazzo di gioia. Forse soltanto nei sogni i tifosi giallorossi potevano sperare una gara così: 3-0 allo Spezia, fra le favorite del torneo. No, non è stato un sogno, ma la realtà verissima di un secondo tempo da applausi aperto dal destro maligno di Biasci, proseguito con l’autorete di Nikolaou su una punizione di Vandeputte e incorniciato nella storia dal sinistro fantastico di Pompetti. Il vero esordio in casa in B dopo 17 anni di inferno verrà ricordato a lungo.

Più di una sorpresa nella formazione titolare del Catanzaro. Vivarini ha confermato il modulo di base (4-4-2), ma rispetto alla sfida di Lecce con la Ternana ha lanciato Krajnc (per Veroli), Sounas (per Oliveri) e Pontisso (per Verna), col greco che in fase di possesso si è mosso a volte largo a destra, a volte più centrale per lasciare campo alle avanzate di Situm. Anche Alvini nello Spezia ha cambiato rispetto all’esordio: nel 4-3-3 Kouda (una mezzala) è stato piazzato alto a destra, mentre Cassata ha completato il centrocampo con Seba Esposito e Bandinelli.

Partita tattica, ma viva, con un contorno spettacolare (il “Ceravolo” pieno e fibrillante) e una serie di uno contro uno in campo: in avvio lo Spezia ha lasciato al Catanzaro la costruzione dal basso senza pressare alto per chiudere i varchi con linee compatte – soprattutto al centro – dalla propria  mediana in giù.

Le Aquile non sono partite male, ma al 17’ hanno tremato per un’ingenuità che poteva costare carissima: su rinvio della difesa di casa su corner ospite, la linea arretrata giallorossa è salita in ritardo e sul lancio di Dragowski Kouda è stato atterrato da Brighenti in area (ma dopo aver già concluso alto), il Var ha confermato il rigore assegnato da Zufferli, Moro ha tirato piano e centrale e Fulignati ha parato abbastanza facilmente. Lo Spezia aveva già cominciato a premere di più, alzando il baricentro e le pressioni, forse agevolato anche dal vento a favore (ma che bravo Seba Esposito), però il Catanzaro è riuscito comunque a costruire una transizione insidiosissima grazie a un pallone recuperato da Vandeputte che si è mosso veloce da sinistra a destra con Biasci, Sounas, Ghion e Situm.

Nella ripresa il Catanzaro è passato in transizione (7’): Scognamillo ha vinto due contrasti da gladiatore, ha servito Iemmello che ha lanciato Biasci, il quale ha puntato Amian, si è accentrato e centrato dal limite l’angolo basso alla destra di Dragowski. Il vento, l’entusiasmo, il pubblico hanno spinto il Catanzaro, che ha continuato a premere e ha trovato il giusto raddoppio: punizione dalla trequarti di Vandeputte, deviazione a centro area nella sua porta di Nikolaou. Vandeputte in versione iradiddio ha sfiorato il terzo. Lo Spezia è rimasto alle corde, in mezzo il Catanzaro è diventato padrone, sulle fasce già lo era, nelle sostituzioni Alvini non ha trovato verve a differenza di Vivarini: Oliveri, Pompetti e D’Andrea per Sounas, Pontisso e Iemmello. Ed è stato proprio un subentrato, Pompetti, a chiudere la sfida con un sinistro dalla distanza imparabile (28’), il sigillo più bello per una festa forse solo sognata. Invece è realtà nemmeno lontanamente macchiata dal rosso (fallo di reazione) a Oliveri nel recupero.

Foto di Salvatore Monteverde

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