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Catanzaro, una capolista non per caso. Il brivido della vetta dopo 36 anni

Lo straordinario avvio di campionato dei giallorossi frutto di un lavoro che viene da lontano

Una capolista inaspettata, per certi versi sorprendente, ma non un’intrusa. Era difficile immaginare che una matricola potesse superare indenne l’esordio a Cremona e schiantare lo Spezia in casa, teoricamente due fra le più accreditate al ritorno in Serie A. Né si poteva dare per scontato il successo su un avversario scorbutico – e abituato alla categoria – come la Ternana (piegata infatti solo nel finale). Non era nemmeno sicura, almeno a bocce ferme, la vittoria sul Lecco, altra matricola al debutto che si è presentata gonfia d’entusiasmo dopo l’estate in bilico. Però i dieci punti ottenuti dalla squadra di Vivarini sono assolutamente meritati. Il “come” sono arrivati non è una novità: gioco, atteggiamento, capacità tattiche e qualità individuali. Tutto nel solco della continuità: il dominio esercitato in Serie C è stata la base per fare subito bene al piano superiore.
Copia e incolla. Al di là del finale convulso come una pallina in un flipper che potrebbe comunque rivelarsi utilissimo (mai dare per chiusa una gara di B, anche sul doppio vantaggio), il Catanzaro contro il Lecco è stato per un’ora uguale alla schiacciasassi dell’anno scorso. Quante volte ha segnato nel torneo dei record con una verticalizzazione di Situm per Sounas, sulla destra, e un cross basso del greco verso il centro dell’area avversaria? Tante. A Padova il gol l’ha siglato Vandeputte, un anno fa ci pensavano soprattutto Iemmello e Biasci, ma l’azione è una di quelle classiche, ripetute dai giocatori fino allo sfinimento e imparate a memoria. Vivarini ha sottolineato più volte i meriti dello «zoccolo duro», cioè i veterani che stanno dando certezze anche adesso, e ha ragione: non smantellare la squadra (domenica dieci titolari erano reduci della passata stagione) è stato il fulcro del lavoro di società e staff tecnico, ha garantito il vantaggio della conoscenza rispetto a tante altre squadre.
Mai speculare. Ventuno mesi di allenamenti con Vivarini hanno plasmato una squadra che è strutturalmente incapace di lasciare la conduzione agli avversari. Il Catanzaro ha palleggiato in faccia praticamente a tutti (anche nel primo tempo con l’Udinese, in Coppa Italia), non si è mai accontentato di aspettare e ripartire (o almeno non l’ha fatto per periodi lunghi) e prima della quarta giornata era la seconda con più passaggi della B dopo la Feralpisalò. La differenza è che i lombardi non hanno ancora segnato, i giallorossi ne hanno fatti nove e sono per adesso i più prolifici del campionato. Anche a Cremona – l’unica gara a secco della stagione – Vandeputte e Iemmello hanno avuto sui piedi occasioni nitide.
Quali prospettive. Il coach non è chiaramente stato contento per le tre reti incassate dal Lecco, riuscito a riaprire un incontro che sembrava chiuso dal doppio vantaggio giallorosso. Per questo, migliorare non tanto la fase difensiva nel senso del sistema complessivo, quanto la capacità di difendere su alcune situazioni (i calci da fermo, per esempio) sarà uno dei must di questa prima sosta per le Nazionali. Insomma, lì dietro si può crescere così come è destinata a crescere l’intesa fra vecchi e nuovi arrivati e la condizione di questi ultimi.
Donnarumma ha cominciato a mostrare perché è un bomber col pedigree: «Il primo gol con questa maglia un’emozione incredibile, la vittoria di un gruppo strepitoso», ha scritto su Instagram il numero 99. Che non è ancora al meglio e con lui non lo sono Krajnc, Pompetti, D’Andrea, Oliveri, Veroli, Krastev, Stoppa, l’ultimo innesto Miranda fino all’infortunato Ambrosino (ormai prossimo al rientro). Servirà tempo, ma una volta inseriti a dovere i nuovi, il Catanzaro potrà esprimere tutte le sue potenzialità.

Quasi trentasei anni. L’ultima volta che il Catanzaro è stato in vetta alla classifica di Serie B era il primo novembre 1987. Correva l’ottava giornata di quel torneo e con un pareggio interno per 1-1 contro la Sambenedettese i giallorossi mantennero il punto di vantaggio sul Lecce di Carlo Mazzone e sul Bologna: primato solitario confermato per il secondo turno consecutivo dopo averlo conquistato alla sesta giornata (sbancando Bari) in coabitazione con il Padova (che lo perse la settimana successiva). Il Catanzaro era allenato da Vincenzo Guerini, chiamato dal club per risollevare la squadra dopo una stagione – quella precedente – per niente esaltante.

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