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Catanzaro, l'entusiasmo di Krajnc: "Questa maglia è quello che volevo"

Dopo tre anni in Germania sperava di tornare in Italia ed è orgoglioso di averlo fatto in giallorosso

L’eco del Catanzaro dei record era arrivata anche in Germania: «Seguivo Brighenti, mio compagno già al Frosinone, e vedevo che vinceva praticamente ogni partita. Quando è venuta fuori la trattativa che mi avrebbe potuto portare qui l’ho chiamato, un po’ mi aspettavo che fosse così, che partisse così ci speravo, anche se magari non che potesse andare dall’inizio così bene». Luka Krajnc ha il volto aperto, disteso e sorridente di uno che sa benissimo cosa deve fare e come deve farlo.

Ha esperienza, qualità tecniche e fisiche, ha vinto tanto in Italia (due playoff di B con il Cesena e il Frosinone, un campionato con il Cagliari), quindi ha le spalle larghe di chi è abituato a contesti di vertice. E poi non vedeva l’ora di tornare in Italia: «Ero da tre anni in Germania, mi mancava la gente di qui, al sud in particolare ti sta sempre vicina ed è molto bello, come molto buono è stato il primo impatto con la squadra, che fa un tipo di gioco che mi piace tanto e penso che, una volta integrati tutti i nuovi, potremmo solo migliorare». Il ventottenne sloveno lo ha già fatto, per la verità. Ha rotto il ghiaccio da subentrato contro la Ternana, quindi ne ha giocato due da titolare e domani è atteso dal tris contro il Parma: «Il mio ruolo naturale è quello di centrale, in Germania al Fortuna Dusseldorf avevo disputato alcune gare da terzino sinistro puro e mi trovo bene anche qui, mi adatto a quello che mi chiede il mister e cerco di farlo nel miglior modo possibile».

Esterno sinistro basso in fase di possesso, centrale di sinistra in certe fasi di non possesso, quando Vandeputte “scende” per aiutarlo, Krajnc è l’unico fra i rinforzi estivi ad aver già convinto l’allenatore: «In Germania si gioca più individualmente, qui c’è più tattica ed è anche per questo che volevo tornare. Ora sono stracontento di averlo fatto». Prima di andare via, Krajnc aveva messo insieme più di cento presenze in B (e un’altra trentina in A), quindi ad agosto sapeva cosa lo aspettava: «Secondo me il livello del torneo è cresciuto, siamo all’inizio della stagione e miglioreranno tutte le squadre». Quanto al Catanzaro, le prospettive sono interessanti: «La società è sana e lo sapevo. Si può migliorare sotto tutti i punti di vista, giochiamo molto con la palla, dunque nel cercare gioco sempre più pulito in avanti dove abbiamo giocatori forti che possono risolvere le partite da un momento all’altro. Per noi che stiamo dietro, invece, è importante essere compatti». Finora ci sono riusciti: «Tutti stiamo facendo il nostro dovere e si vede in campo, siamo molto uniti. Pure contro il Lecco, dopo il loro pari, siamo usciti fuori e abbiamo preso tre punti che danno spirito positivo».

Il Parma sarà il test più duro di questa prima fase. «È un avversario molto attrezzato, dovremo cercare di fare il nostro concedendo il meno possibile in uno stadio che sarà uno spettacolo. Il Catanzaro ha una dimensione più piccola rispetto alle altre in cui ho giocato? Mai fatto differenze fra società, ho sempre pensato a dare il massimo. E poi, per com’è ora, il Catanzaro è una grande».

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