Con orgoglio e consapevolezza. Con la volontà di reagire dopo il primo ko stagionale anche se con una difesa reinventata, qualche assenza pesante, alcuni uomini chiave non al meglio e recuperati quasi in extremis. Il Catanzaro alla prova del Bari e del “San Nicola”, un avversario che ha mancato la A di un niente meno di quattro mesi fa e in uno stadio immenso. Immenso, ma colorato pure da un numeroso e rumoroso spicchio giallorosso: 1.290 tifosi che hanno polverizzato la disponibilità del settore ospiti in un meno di un’ora.
«Giochiamo contro una squadra di alto livello che l’anno scorso ha fatto molto bene e quest’anno sta facendo altrettanto pur se gli manca qualche punto», ha sottolineato Vivarini, grande ex insieme a Maita (e Di Cesare) della sfida di oggi pomeriggio.
«Bella piazza in cui mi sono trovato benissimo. Mi aspetto una gara molto combattuta, sicuramente ci hanno studiato e noi lo stesso, quindi ci sarà un bel lavoro tattico soprattutto per provare a scardinare la loro difesa che non concede spazi. Dovremo essere bravi a superare una sconfitta che è dispiaciuta a tutti, di cui abbiamo analizzato gli errori e della quale mi sono preso le responsabilità coi ragazzi. Siamo consci che potevamo fare molto meglio sotto tanti aspetti e adesso non vedo l’ora di verificare ciò che abbiamo preparato».
Catanzaro col 4-4-2, Scognamillo più di Katseris terzino destro perché Oliveri è squalificato e Situm è infortunato («È un giocatore fantastico», ha detto del croato il coach). I ballottaggi sono anche altri: Miranda favorito su Krastev al centro della difesa, Veroli obbligato a sostituire Krajnc (fuori per gastroenterite), Verna al rientro fra i titolari accanto a Ghion (anche lui con qualche acciacco). E ancora: Iemmello, rallentato dall’influenza fino a venerdì, in un testa a testa con Donnarumma, Brignola o Sounas come esterno destro di centrocampo.
Insomma, dopo il Parma si cambia: «La rosa è ampia e dobbiamo ancora verificarne la forza, non c’è occasione migliore di questa», ha spiegato il tecnico: «Siamo ancora a inizio campionato, dobbiamo essere sereni perché il meglio deve ancora arrivare. E io sono molto fiducioso». Sarà interessante capire come i giallorossi hanno assimilato il 5-0: «In B i gol si prendono e vanno messi in conto, ci abbiamo lavorato parecchio perché poi devi essere bravo e propositivo a reagire dopo averne subito uno. E in più devi essere applicato, umile, capace di soffrire».
È probabile, dunque, che il Catanzaro abbia lo stesso atteggiamento visto a Cremona, all’esordio, più accorto anche se mai speculare: «Siamo partiti con meccanismi più prudenti, nelle prime quattro gare abbiamo preso sicurezza e pensavamo di poter fare bene anche col Parma, ma questo non significa che non dobbiamo restare calmi. In settimana abbiamo lavorato molto sul piano psicologico, ma pure per avere la rabbia e l’umiltà per ripartire. E siamo tornati a ragionare sui concetti del precampionato e del debutto, in cui siamo stati molto attenti al non possesso sapendo che in chiave offensiva possiamo sempre dire la nostra».
La vicinanza dei tifosi aiuta: «Ma noi dobbiamo continuare ad alimentare questo fuoco, l’entusiasmo che vedo qui non l’ho mai visto da nessuna parte. Ma noi pensiamo solo a fare risultato».
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