Catanzaro e il Catanzaro, era destino. Se un ragazzo di appena vent’anni è già stato allenato da Gaetano Auteri e Claudio Ranieri, a Pescara il primo e a Cagliari il secondo, la strada che lo conduce in giallorosso sembra logica. E ora che Davide Veroli sta crescendo – bene – sotto la guida di Vincenzo Vivarini, tecnico delle Aquile che è pescarese per formazione calcistica e affetti familiari, il cerchio si è chiuso. Coincidenze a parte, Veroli è stato il primo rinforzo estivo del direttore sportivo Giuseppe Magalini, che l’ha preso dal Cagliari in prestito con diritto di riscatto (ma i sardi hanno tenuto l’opzione per il controriscatto).
Ed è stato il primo giovane, fra le new entry, che il tecnico ha schierato da titolare in campionato, esordio a Cremona, poi contro la Ternana sul neutro di Lecce: «Se proprio devo sceglierne una, quella contro gli umbri è stata la mia migliore prestazione personale». Una considerazione così alta fin dallo start è stata inaspettata anche per il diretto interessato: «Questa è la mia prima esperienza nella categoria, che è molto difficile e si vede. Con il mister avevo parlato tanto in ritiro, mi ha sempre detto che mi avrebbe dato spazio, ma sicuramente non mi aspettavo di essere titolare nelle prime giornate, poi è chiaro che sono stato molto contento», ha detto il difensore. «Appena mi è arrivata la chiamata del Catanzaro non ho esitato – ha aggiunto –, ero molto felice, mi sono trovato subito a mio agio con i compagni, col gruppo in generale, con lo staff, l’allenatore, la dirigenza, la città, che è una piazza molto calda, si porta dietro l’entusiasmo del campionato vinto l’anno scorso e questo stesso entusiasmo lo sta portando in giro in tutta Italia, ovunque ci seguono moltissimi tifosi. Anche nello spogliatoio si avvertiva lo stesso entusiasmo».
Si avverte anche adesso ed è contagioso: «Spiace un po’ per la sosta arrivata al culmine di un buon periodo, però sarà utile comunque perché può permetterci di migliorare dove possiamo migliorare». Nato ad Ancona e cresciuto nel Pescara prima di essere comprato dal Cagliari, Veroli ha giocato sei partite in campionato di cui quattro dal primo minuto (l’aveva fatto anche in Coppa a Udine). Insomma, l’apprendistato nel vivo del gioco l’ha cominciato immediatamente, schierato nel ruolo di terzino sinistro bloccato (di fatto, un centrale mancino) che sembra il più adatto alle sue caratteristiche: «Nel reparto ci sono giocatori molto forti per la B, Stefano (Scognamillo, ndr), Brighenti, Situm, mi hanno dato consigli fin dal primo giorno e anche l’allenatore lo ha fatto. In principio è stato un po’ più complicato perché i suoi concetti di gioco vanno assimilati e non sono troppo facili da apprendere. Il ruolo? A me piace molto, in passato ho fatto sia il centrale che il braccetto, anche il terzino con Auteri, pur avendo meno richieste che con Vivarini, ma sono pronto a giocare ovunque», ha sottolineato il ventenne che oltre alla buona struttura fisica – indispensabile per stare lì dietro – abbina un’ottima capacità di corsa, uno degli aspetti che aveva sorpreso Auteri, il primo a lanciarlo fra i professionisti.
«Tutti i tecnici che ho avuto sono stati importanti e ognuno mi ha lasciato qualcosa – ha spiegato Veroli –, Auteri a Pescara mi ha dato la possibilità di esordire fra i grandi. Ma anche quel poco che ho avuto Ranieri, perché l’anno scorso ero più in Primavera che in prima squadra, mi ha fatto capire quanto sia un grande allenatore e una grande persona. Non li ho sentiti prima di venire qui, ma so che tutti e due hanno speso belle parole per me e li ringrazio». Sì, Veroli a Catanzaro era destino.
Notiziario. Ieri doppia sessione di lavoro per la squadra. Oltre ai nazionali D’Andrea e Ambrosino, e all’infortunato Situm, è rimasto a riposo Oliveri, bloccato dall’influenza. Oggi e domani unica razione di allenamento pomeridiana, come sempre a Giovino.
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