La ripartenza del Catanzaro e i suoi tanti motivi: l’efficacia del gioco, la tenuta difensiva, la continuità mentale e fisica nell’arco dei 90’, la capacità di non subire il contraccolpo dopo il pareggio del Palermo, le prestazioni dei singoli, da chi l’ha sbattuta dentro come Biasci a soldati generosi ed essenziali come Veroli, che tutto sembra tranne che un baby. Con l’1-1 di venerdì sera i giallorossi hanno mostrato segnali di crescita e dunque di fiducia, si sono espressi meglio di quelli apatici e meccanici sconfitti 3-0 dalla Feralpisalò, sono stati più solidi e centrati di quelli schizofrenici che pure avevano piegato 5-3 il Lecco alla prima di ritorno.
Quattro punti in tre gare dopo il giro di boa sono un bottino sufficiente, ma l’ultimo del poker strappato con merito a una big può valere doppio: Vivarini aveva chiesto umiltà e non è stato deluso.
«È senz’altro un punto importante contro una grande come il Palermo, era logico che ci avrebbe messo in difficoltà e infatti ha provato in tutti i modi a vincere, come del resto abbiamo fatto noi. È un pari che pesa in classifica nell’ottica del nostro obiettivo», ha spiegato Veroli dopo l’incontro.
Il difensore se l’è cavata molto bene, come quasi sempre è successo. Dimostra più dei 20 anni che compirà domani, non ha sofferto più di tanto un cattivo cliente come Di Mariano, ha ribadito che le sue prospettive di crescita sono amplissime, non a caso il tecnico Vivarini, il ds Magalini, il e il presidente Noto ritengono possa avere un futuro in Serie A.
«Non è stata una partita semplice, il Palermo è una squadra ben organizzata e con individualità importanti come Di Mariano, che si muoveva dalla mia parte, però in settimana l’abbiamo preparata bene, siamo riusciti a uscire diverse volte col possesso palla, abbiamo fatto una buona gara sia nella fase di possesso che in quella di non possesso», ha aggiunto il calciatore marchigiano, che il Catanzaro ha preso in prestito con diritto di riscatto dal Cagliari (i sardi hanno l’opzione per il controriscatto).
Prima dell’infortunio di inizio dicembre (frattura composta al quinto dito del piede sinistro), Veroli era l’under che aveva giocato di più, anche di Katseris. Ora che il greco è andato al Lorient in Ligue 1, è di nuovo il numero 72 il re della generazione Z giallorossa.
«Non pensavo di trovare lo spazio che ho avuto da subito, sono riuscito ad adattarmi bene al campionato, è stata una bella prova, come avviene in ogni categoria che si affronta la prima volta, questa però può metterti sempre in difficoltà. La cessione di Katseris uno stimolo? Catanzaro è una piazza importante, molto seguita e la partenza di Panos ne è l’esempio», ha sottolineato Veroli, in campo dall’inizio per la seconda gara consecutiva dopo il rientro.
«Se ho avuto paura di perdere il posto quando ero infortunato? No, l’ho visto come un periodo in cui lavorare senza fermarmi. Non mi sento un titolare, penso che siamo tutti giocatori importanti e dobbiamo sempre dare il massimo, poi ogni settimana è il mister a mettere in formazione chi merita. Come sto ora? La gamba c’è, verso la fine della gara ho accusato un po’ i crampi, ma avevo anche spinto in avanti. Insomma, fisicamente mi sento bene». E comincia a stare meglio anche il Catanzaro.
Il Catanzaro è ripartito con le sue qualità, clima sereno dopo il pari col Palermo
In casa giallorossa messa in luce l’efficacia del gioco, la tenuta difensiva, la continuità mentale e fisica. Veroli: «Punto che pesa in classifica nell’ottica del nostro obiettivo. Qui siamo tutti titolari»
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