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Catanzaro, i profeti del gol ritrovato. Donnarumma: "Una liberazione, e non è finita". Brignola: "Sognavo una serata così"

Nella notte magica del “Ceravolo” la qualificazione alla semifinale playoff porta le firme dei due cambi vincenti di Vivarini.

Gli altoparlanti del “Ceravolo” che sparano a tutto volume “Un’estate italiana” di Gianna Nannini ed Edoardo Bennato rendono bene l’idea di cos’è stato il sabato sera del Catanzaro e dei suoi tifosi. L’iconico “notti magiche” cantato a squarciagola dallo stadio, la sciarpata che l’accompagna, celebrando una partita pazzesca. E la doppietta del capitano-tifoso, le sue lacrime alla rete della speranza, i cambi di Vivarini che danno la svolta, il graffio di Donnarumma dopo 95 minuti e 58 secondi, la perla di Brignola che starebbe bene sulla copertina di un album delle figurine. Se non è magia ciò che è successo in quelle due ore abbondanti… Magia e tenacia, cuore, fede, ma anche l’esperienza che ti fa cancellare in un colpo mesi ai margini. Sul più bello, quando più conta.
Alfredo. Forse non è un caso che Donnarumma abbia lo stesso nome di battesimo di Hitckock. Solo il re del giallo poteva scrivere una roba del genere: il Catanzaro che rimane aggrappato ai playoff con il gol di uno che in carriera ha sempre segnato a raffica, ma era a secco dal 27 settembre (rigore con il Cittadella, nella stessa porta) e sembrava il parente lontano del centravanti che aveva portato in A proprio il Brescia. «Ci sono partite che valgono una stagione e questa lo è, con tutto me stesso ho cercato di dare una mano e ci sono riuscito. Sono orgoglioso perché non ho mai mollato, non fa parte di me e non lo farò mai, ma lo sono pure per i ragazzi, dopo un campionato strepitoso meritavamo di proseguire», ha spiegato. Il colpo di testa del 2-2 è stato il colpo di un bomber di razza: «Un attaccante il gol lo vive prima, quando ho visto Andrea (Oliveri, ndr) che andava a staccare ho capito che la palla era mia e sarebbe entrata. In tanti mi dicevano che sarei stato decisivo ai playoff, sono contento che sia stato così, una liberazione, anche se vorrei scusarmi con i tifosi del Brescia per l’esultanza, in una situazione diversa non lo avrei fatto, Brescia la porto nel cuore, ma era un momento particolare e non sono riuscito a trattenere la gioia. Tante cose non sono andate come dovevano, ma non importa, conta ciò che è stato oggi e sarà nelle prossime gare».
Enrico. Anche Brignola stava vivendo problemi simili finché non ha sbattuto in porta l’assist meraviglioso di Iemmello con una semirovesciata altrettanto splendida. Segnerà poco (quattro centri in giallorosso), ma quando li fa sono quasi sempre belli: ricordate il sinistro dalla distanza dopo un sombrero a un avversario l’anno scorso col Monopoli? In più, sono sempre importanti: il 2-0 della promozione matematica a Salerno, il definitivo sorpasso alla Samp a Marassi, questo al Brescia che ha portato avanti il Catanzaro nei supplementari. «Sognavo una serata così, sto passando un periodo non facile e il mio unico obiettivo era dare una mano ai ragazzi così come loro stanno aiutando me», ha sottolineato accennando anche alle vicende extra-campo (indagato per il caso scommesse di Benevento). «Quando ho colpito la palla ho pensato subito che avrei fatto gol, l’avevo presa troppo bene ed è stata una liberazione anche perché mi rendo conto di non aver contribuito come potevo. Stare mesi e mesi senza giocare è dura, ma non ho mai avuto nulla contro il mister, che è bravissimo e lo ringrazio per avermi portato qui – ha aggiunto –. Ci ho messo del mio, di traverso c’è stata pure la sfortuna, ma quando ha fatto gol Alfredo mi sono detto che cosa abbiamo combinato… poi era importante spingere ancora e non pensare solo al pari».
Donnarumma e Brignola, Vivarini ha ritrovato due elementi potenzialmente fondamentali. Lo sono stati col Brescia, possono esserlo ancora.

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