
Per il momento è una corsa a due fra Alberto Aquilani e Ignazio Abate. Anzi, è quasi una volata, visto che il direttore sportivo Ciro Polito vuole scegliere il prossimo allenatore del Catanzaro entro la fine di questa settimana. Probabilmente non siamo ancora arrivati al rettilineo conclusivo, va forse superata l’ultima curva e questo implica che possa pure recuperare terreno qualche concorrente, però l’idea forte del Catanzaro è di affidare l’incarico a uno dei due.
E il primo, Aquilani, sembra favorito per diversi motivi. Uno è quanto successo l’anno scorso, perché il quasi quarantunenne che aveva da poco terminato l’esperienza al Pisa, era stato subito individuato come l’erede di Vivarini. Il club aveva provato a convincerlo a lungo, prima anche con la mediazione di Pietro Iemmello, amico ed ex compagno di squadra al Sassuolo, poi affidando la conduzione della trattativa a Polito, nel frattempo diventato il nuovo direttore sportivo delle Aquile. Il tecnico aveva rifiutato in più occasioni e il Catanzaro a inizio luglio aveva compiuto la virata su Caserta, che ieri ha firmato la risoluzione consensuale del contratto che sarebbe scaduto il 30 giugno 2026: la separazione adesso è pure formale. Il secondo motivo è che Aquilani dà la garanzia di ricalcare l’impronta di gioco che ha valorizzato calciatori e condotto a risultati per certi versi sorprendenti: per un gruppo che punterà ancora su Iemmello e Petriccione, che ha difensori bravi in fase di possesso (Brighenti, Scognamillo, per ora anche Antonini e Bonini) e diversi altri elementi che rendono meglio “giocando” (Pontisso, D’Alessandro, al momento anche Pompetti e Biasci), un allenatore che li sappia utilizzare come si deve è condizione fondamentale per non sfasciare tutto.
Del resto, anche Caserta ha proseguito nel solco tracciato da Vivarini: un passo alla volta ha inserito alcuni suoi concetti, ma la vocazione “giochista” – costruzione dal basso e possesso insistito - è rimasta sostanzialmente uguale. A differenza dell’anno scorso, le possibilità di un “sì” di Aquilani, fermo da una stagione, sono molto di più. Abate non sembra comunque un ripiego, visto che ha idee simili sul piano del gioco, sa lavorare con i ragazzi come il collega ed è anche lui un giovane che ha voglia di crescere ed emergere. Però non si è ancora testato con la Serie B e questo è decisamente un punto a favore di Aquilani. Del quale tra l’altro è un buon amico, considerando qualche vacanza trascorsa insieme, con le rispettive famiglie, dopo aver condiviso lo spogliatoio al Milan. Su di loro c’è anche il Bari di Magalini, che non sembra riuscire a chiudere con Nesta.
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