A Dinami (VV), frazione Monsoreto, i Carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, collaborati dal Comando Arma competente per territorio, hanno tratto in arresto, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP presso il Tribunale di Palmi (RC) su conforme richiesta della locale Procura della Repubblica, due persone. Si tratta dei fratelli MATALONE Daniele di anni 27, e MATALONE Giuseppe, di anni 30, i quali sono ritenuti responsabili, a titolo di concorso, dell’omicidio a colpi d’arma da fuoco di FRANZÉ Michele classe 48, avvenuto il 09 Gennaio 2014 presso la sua abitazione rurale sita in Contrada Salice nel Comune di Galatro (RC).
I provvedimenti cautelari odierni giungono all’esito di una complessa attività d’indagine, condotta dai Carabinieri del N.O.R.M. della Compagnia Carabinieri di Gioia Tauro, sotto la costante direzione della Procura della Repubblica di Palmi, che, avviata nell’immediatezza del grave fatto di sangue attraverso un puntuale sopralluogo nonché mediante l’audizione di diverse persone, ha consentito di ricostruire la dinamica dell’evento delittuoso e quindi di raccogliere elementi gravemente indizianti a carico degli odierni indagati, i germani MATALONE Daniele e MATALONE Giuseppe, figli di SIRGIOVANNI Filomena di anni 51 (donna legata da una relazione sentimentale con la vittima) per i quali il G.I.P. presso Tribunale di Palmi, accogliendo in toto le richieste espresse dalla locale Procura, ha ritenuto sussistenti i gravi indizi di colpevolezza e fondate le esigenze cautelari alla base del provvedimento cautelare in carcere emesso nei loro confronti. I reati contestati nello specifico sono quelli di concorso in omicidio, aggravato dalla premeditazione, nonché il reato di detenzione e porto illegale di arma da fuoco in concorso.
Le indagini, che si sono avvalse di una cospicua attività di intercettazione telefonica ed ambientale integrata dalle numerose escussioni testimoniali, hanno permesso pertanto di accertare, quale movente del delitto, l’esistenza di dissidi privati ed economici tra gli indagati e la vittima, dissidi acuitisi nel periodo antecedente all’omicidio e legati anche alla scelta del FRANZÉ di non elargire più denaro in favore del nucleo familiare della donna.
Nel corso delle investigazioni sono state raccolte numerose fonti di prova che hanno consentito innanzitutto di collocare i due indagati nel luogo dell’omicidio in un arco temporale compatibile con l’ora di commissione del delitto; inoltre, l’attenta attività esegetica delle dichiarazioni rese dai testimoni e l’analisi del contenuto delle intercettazioni captate hanno permesso di smascherare il piano elaborato dagli indagati e finalizzato a costruirsi falsi alibi che potessero di volta in volta giustificare gli indizi emersi nei loro confronti. Ciò è accaduto, in un primo momento, allorquando i fratelli MATALONE avevano tentato di giustificare le tracce di polvere da sparo, rinvenute sui loro indumenti poco dopo l’omicidio, con il fatto di essersi recati il giorno prima ad una battuta di caccia, circostanza, questa, non riscontrata dagli investigatori che invece sono riusciti a dimostrarne l’infondatezza.
Poi, in un secondo momento, quando MATALONE Daniele, per confutare l’ipotesi investigativa secondo cui i colpi di arma da fuoco diretti verso il FRANZE’ potevano aver investito anche il killer o i killer che avevano imbracciato l’arma del delitto, per giustificare una ferita rilevata sulla sua fronte nell’immediatezza dei fatti, riferiva di essersela procurata a seguito di un incidente sul lavoro occorsogli il giorno precedente all’omicidio. Anche in questo caso le indagini consentivano di dimostrare che quanto dichiarato dal MATALONE non corrispondesse alla verità, questo a riprova del tentativo, ormai vano, di trovare alibi che potessero scagionarli.
Gli arrestati, al termine delle formalità di rito, sono stati tradotti presso la Casa Circondariale di Vibo Valentia (VV) su disposizione dell’A.G. competente, in attesa di essere sottoposti ad interrogatorio di garanzia.
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