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Da Vibo a Londra per diffondere la cultura mediterranea, l'ascesa di Maverick Lo Bianco FOTO

È un cuore Mediterraneo che “batte” nel mondo. Perché le sue origini sono a Vibo ma la sua passione non ha confini. La sua passione, come il suo coraggio di osare. Perché Maverick Lo Bianco ha 29 anni, ma la sua scelta di vita l’ha fatta quando era ancora un ragazzino. Il cinema, l’essere italiano, l’ottimismo, lo sguardo al futuro che non ha paura. Ci crede e fatta la valigia è in viaggio che ha deciso di mettersi. Da Bologna a Roma, fino a Londra dove si è trasferito due anni fa. Naturalmente, senza mai dimenticare la Calabria. La sua terra, quel Mediterraneo che gli scorre nelle vene.
“Never” la parola chiave. Il leitmotiv del suo viaggio, del suo brand. Un concetto “di filosofia, di vita. Non arrendersi mai, mai smettere di sognare”. È questa la sua forza, come spiega lo stesso giovane.
“Ho preso il primo volo senza certezze” e ha così realizzato il suo brand che si fonda “attraverso lo sport, la sana alimentazione e lo stile italiano”. Una ricetta che a Londra ha avuto successo e che si è allargata, portandolo ad avere contatti con persone di diverse nazionalità.
Ma c’è un ma. La sua passione, quella che lo ha fatto partire e quella  che alimenta il suo spirito: il cinema, la recitazione, “per cui - spiega - ho studiato e da qui è nato il progetto che ha preso forma in un film, di cui ho scritto la sceneggiatura e di cui sono parte, lavorando insieme ad altri ragazzi calabresi”.
Un progetto che è parte di lui, “sin da piccolo - racconta - ho sentito parlare di cultura mediterranea e così questo che per me è più che è un progetto, perché ha un’anima. Pur incontrando culture diverse c’era qualcosa che mi accomunava ad altri mondi, ad altre realtà”.
Da qui lo studio “per scoprire l’essenza mediterranea e per questo sono tornato in Calabria, dove ho girato il cortometraggio tra Reggio e Tropea”. Le origini, quelle da cui partire per scoprire un sentire, per dare voce ad una cultura che non è un luogo, ma è la riscoperta di se stessi, delle comunità, delle origini.
Sfumature che nel film, scritto, interpretato e prodotto dal giovane attore, divengono immagini nitide, in cui la Calabria viene fuori in una tutta la sua struggente bellezza. Antiche radici, Colori, sapori e ambiente che si fondono.
Dopo un anno, quindi, la presentazione al Maureen O’Hara Cinema di Londra, poi l’invito a Sanremo e alla Camera dei deputati fino ad arrivare all’Italian Contemporary Film Festival di Toronto in Canada, dove la proiezione del film ha riscosso grande successo. “Sono stato contattato da molti italiani, emozionati per le immagini e il messaggio contenuto. Per loro è stato un orgoglio ma - spiega con emozione - per me lo è stato ancora di più”.
Quella cultura che unisce, quella terra che diviene condivisione. Un racconto di vite che si intersecano, di storie, di umanità.
Un racconto che è approdato al Film festival di Reggio Calabria dove Maverick è stato invitato. “Hanno sposato il mio progetto, senza neanche conoscermi e questo è stato molto importante per me, anche perché avere l’appoggio delle Istituzioni, vedete riconosciuto il mio lavoro è stato fondamentale”.
La cultura mediterranea che si fonde con il 50esimo anniversario della scoperta dei Bronzi e un invito coinciso con la data della nascita di Gianni Versace, il 2 dicembre, “per me - sottolinea ancora - ha un significato profondo, perché in Versace vedo quella italianità di cui io mi sento parte. Uno stile, prodotti ma soprattutto il lavoro e il sacrificio di chi ha saputo rappresentare quel concetto fuori dai confini, divenendo un punto di riferimento”.
Ora l’obiettivo è portare il film nelle scuole. Perché è lì il futuro, lo sa bene Maverick, “questo è un messaggio per le future generazioni” e, in tal senso, il progetto presentato già in Parlamento è stato esposto anche al Ministero per la divulgazione, per cui anche la comunità canadese sta lavorando.
Un messaggio di speranza, di fiducia “ma anche - conclude - di spiritualità , attraverso i percorsi di fede che in Calabria diventano un sentire comune”. Attraverso Natuzza, San Domenico e San Francesco. Attraverso i borghi, quei luoghi che raccontano di mondi lontani e vicini.
“Insieme parte integrante di un percorso comune”, ripete. Perché Mediterraneo è questo, oltre la pellicola, lì dove il passato segna il tempo e accompagna nel futuro.
Un sogno, perché non si deve mai smettere di sognare. Così per Maverick, “quel bambino che sin dall’età di undici anni sognava di fare l’attore, oggi presenta un film che è la sua stessa storia”.

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