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Pizzo a Lamezia, colpo al clan Giampà: 10 condanne e una assoluzione - Nomi e foto

Si è concluso con 10 condanne e un’assoluzione il processo in primo grado di “Filo Rosso”, per gli imputati che hanno scelto di essere processati con il rito abbreviato, accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso e di numerose estorsioni a carico di esercizi commerciali ed imprenditori di Lamezia Terme, oltre che di una serie di intimidazioni consistite nel posizionamento di bottiglie incendiarie nei pressi delle attività commerciali e di danneggiamenti con l'utilizzo di ordigni esplosivi.

Il giudice del tribunale di Catanzaro Antonio Battaglia ha letto in aula la sentenza, con pene che vanno dai 6 ai 16 anni, escludendo l'aggravante del metodo mafioso, dell’articolo 7, per tutti i capi di imputazione che riguardano lo spaccio di sostanze gli stupefacenti.

Le condanne: Giovanni Gianluca Notarianni 16 anni e 6 mesi, Saverio Giampà 12 anni, Pasquale Notarianni 10 anni e 8 mesi, Luigi Leone 9 anni, Giuseppe Cappello 9 anni, Michele Bentornato 8 anni 4 mesi, Fabio Vescio 3 anni e 8 mesi, Michael Mercuri 1 anno e 6 mesi, Roberto Castaldo 1 anno e 8 mesi e 5mila euro di multa, Alberto Giampà 5 anni e 4 mesi e 6mila euro di multa. Assolta da ogni accusa Alessandra Folino.

Per quanto riguarda il risarcimento delle parti civili è stato quantificato in 60mila euro per il Comune di Lamezia Terme e in 10 mila euro per l’Ala.

L'operazione antimafia della Polizia di Stato era scattata il 28 giugno del 2017 ed ha portato all'esecuzione di provvedimenti di fermo di indiziato di delitto emessi dalla Dda di Catanzaro a carico di altrettanti presunti affiliati alla cosca Giampà di Lamezia. Ad alcuni indagati sono, inoltre, contestati anche episodi di spaccio di sostanze stupefacenti.

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