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La retata a Lamezia, imprenditori piegati: o il pizzo o lo sconto agli affiliati - Nomi e foto degli arrestati

Bombe, colpi di pistola, minacce tutto il campionario della violenza mafiosa per confermare ancora una volta il predominio dei clan su Lamezia Terme.

Lo stesso gip che firmato l’ordinanza dell'operazione "Crisalide 3" nei confronti di 28 persone, tra affiliati e contigui della cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri, Francesca Pizii, non può non sottolineare come gli elementi raccolti dagli inquirenti attestino «con allarmante chiarezza il clima di assoggettamento degli imprenditori del lametino completamente e addirittura preventivamente soggiogati alle richieste ed alle preferenze degli uomini della cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri e ciò per il palesato e chiaro timore delle ripercussioni in danno delle loro persone ed attività in caso di mancata conformazione alle stesse».

Chi non poteva versare il “pizzo” nelle mani degli emissari della cosca - si legge sulla Gazzetta del Sud oggi in edicola - poteva comunque accontentare le richieste degli affiliati «tramite l’applicazione di scontistica privilegiata nei confronti di una serie di componenti della famiglia mafiosa Cerra-Torcasio-Gualtieri».

Eppure ci sono importanti segnali di speranza. Li ha sottolineati il colonnello Massimo Ribaudo che comanda il Gruppo Lamezia: «C’è stato il contributo fattivo con le forze dell’ordine da parte di alcune delle parti offese, il segno che anche a Lamezia si può fare impresa in maniera libera». Lo stesso procuratore Gratteri ha confermato: «Abbiamo riscontrato che molta gente sta venendo a denunciare: ogni settimana dedico un pomeriggio a ricevere persone, usurati, estorti, c’è tanta gente disperata ed esasperata che si fida di noi, delle forze dell’ordine, della Procura distrettuale. Questo ci rincuora, per noi è la benzina nel moto che ci aiuta a fare di più e meglio, se possibile».

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