Già nei prossimi giorni sarà inserito nel piano dei beni da alienare o da valorizzare l’ex opificio di località Bellafemmina a Lamezia Terme, struttura in abbandono da molti anni.
Quella che doveva essere la ‘raffineria dell’olio calabrese’ è oggi un sito che versa in condizioni di grave degrado ambientale dove persistono enormi quantità di materiali pericolosi, come l’amianto, da rimuovere con urgenza.
Stamattina Nicola Giancotti, Domenico Lubello e Attilio Briganti, funzionari dell’amministrazione regionale hanno effettuato un sopralluogo all’interno dell’ex opificio che è di proprietà della Regione Calabria. Proprio i funzionari hanno annunciato che la raffineria sarà inserita nell’elenco dei beni da vendere o valorizzare che la Regione renderà noto al più presto.
A sollecitare la visita è stato l’avvocato lametino Giancarlo Nicotera che da tempo sta cercando di catalizzare l’attenzione di enti e istituzioni per bonificare il sito e riqualificarlo con la costruzione di
un hub intermodale. La raffineria, costruita nei primi anni Settanta e poi col tempo divenuta ‘cattedrale nel deserto’, è infatti vicinissima sia alla stazione centrale che all’aeroporto internazionale di Lamezia. Stamattina Nicotera ha anche allertato i carabinieri della stazione di Lamezia Scalo che si sono recati sul posto. In uno dei capannoni, tra cumuli di rifiuti e tra materiali di ogni genere vive un clochard molto noto in città. In una casa attigua all’opificio ha invece la residenza un sorvegliato speciale che, insieme alla sua famiglia, vive in condizioni igienico-sanitarie molto precarie in quanto anche la casa è fatiscente. Una situazione al limite della decenza che persiste ormai da molti anni. Maria Scaramuzzino
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