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Parchi e ville comunali in stato di abbandono a Vibo Valentia: tutte le foto del degrado

Una città, un capoluogo di provincia che possiede un ricco e variegato patrimonio di aree verdi e parchi. Una invidiabile rete di percorsi, peraltro alcuni racchiusi nell'arco di pochissimi metri quadrati. Potenzialità incredibili, occasioni di crescita sotto tutti i punti di vista per innalzare la qualità della vita di una città che puntualmente si ritrova nei bassifondi, se non addirittura all'ultimo posto nelle classifiche.

In questi giorni di metà gennaio dove in città ha fatto capolino un sole quasi primaverile, soprattutto nelle ore più calde, emerge sempre più a chiare lettere uno dei tanti problemi che caratterizzano la vita quotidiana di un “paesone” sempre più senza identità e/o, nella migliore delle ipotesi, a caccia dell'identità perduta.

Il problema è relativo al precario stato di salute in cui versano parchi e aree verdi a Vibo Valentia.

Come è noto, sono quattro i polmoni verdi vibonesi tra parchi urbani e ville comunali. Aree, però, in molti casi lasciate nel quasi totale abbandono, ettari di verde privi di manutenzione. Si dirà, siamo in inverno e tutto dovrà essere pronto e pulito per i mesi primaverili ed estivi. Ma la percezione che si tocca con mano percorrendo la città da nord a sud è che non vi sia contezza rispetto al profondo stato di abbandono e degrado in cui versano molti parchi ed aree verdi. Il caso emblematico di una città sbiadita e sonnecchiante è quello di Villa Gagliardi.

Il salotto della città non c'è più ormai da tempo. Sono rimasti solo i percorsi terrazzati e le varie architetture (statue, tempietti, grotte, padiglioni) sempre però più abbandonati. Ma la Villa non c'è più, sta cadendo a pezzi. Alberi danneggiati dal forte vento di fine 2019 con il grande pino spezzato in due, la lunga “parrera” con i due ingressi da via dei Cappuccini e da via Murat sempre più trasformata in un immondezzaio. Il cancello principale della Villa è chiuso, ma si può facilmente entrare dal cancelletto aperto (senza lucchetto) sito sulla “parrera”. Percorrendo il giardino simbolo della vibonesità, ecco il signor Paolino Barbuto, residente proprio in un'abitazione posta all'interno della villa. Il suo è un grido di dolore: «Dove sono i vibonesi? Dove sono le istituzioni? Villa Gagliardi ormai - afferma affranto - si è trasformata in un bosco».

Altro luogo simbolo: il Parco delle Rimembranze, dove ancora giacciono in bella mostra cartelli risalenti a quasi dieci anni fa con l'indicazione degli orari ed un “gabbiotto” in cemento con un water in un totale stato di abbandono. Un luogo “romantico”, così si legge nel programma elettorale del sindaco Limardo, rimasto solo nel libro dei sogni. Situazione fuori ogni limite di una città civile è poi quella delle aree verdi di viale Accademie Vibonesi e via Sibilla Aleramo. Parchi giochi diventati foreste, con rovi e spine alte più di un metro e con un area divertimento contraddistinta da un grazioso labirinto quasi irraggiungibile.

Nel programma del sindaco Limardo i parchi cittadini rappresentano una «rete che dovrà essere valorizzata e resa fruibile alla collettività attraverso bandi di gestione che rappresenteranno nuove opportunità occupazionali». La città attende, forse.

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