Sarà paura, sarà tentennamento. Fatto sta che da quando si “annusa” aria di coronavirus le persone che si rivolgono al pronto soccorso dell’ospedale “Pugliese-Ciaccio” sono diminuite del 35%. Un dato che potrebbe far credere che nel periodo pandemico qualche anima buona abbia fertilizzato il terreno arido e brullo sul quale non riesce a mettere radici la famosa medicina territoriale. Un fantasma intelligente che, così facendo, avrebbe incrementato quei servizi che servono a evitare d’intasare gli ospedali e a garantire la continuità assistenziale per i pazienti dimessi dagli ospedali e che hanno patologie croniche. Ma questo è un servizio da sempre assente in tutta la Calabria e, chissà perché, non si arriva a comprendere che ridurrebbe di oltre il 60% gli accessi annui al pronto soccorso e, cosa ancora più importante, abbatterebbe di gran lunga il numero dei ricoveri a volte inappropriati che affollano i reparti ospedalieri.
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