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La Fondazione Natuzza, lo statuto e le attese di tanti fedeli: domenica l'assemblea

Stavolta a causa del Covid, che impedisce gli spostamenti tra le regioni non ci sarà nessun rinvio

Si svolgerà regolarmente e con le dovute precauzioni, per via della pandemia, l’assemblea dei soci della Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime di domenica prossima (prima convocazione ore 15,00) chiamata a modificare lo statuto della Fondazione di Natuzza e ad adottare lo disciplinare per la cura e la gestione della chiesa della Villa della Gioia.

Stavolta a causa del Covid, che impedisce gli spostamenti tra le regioni non ci sarà nessun rinvio. Chi tra i soci non potrà partecipare direttamente potrà farlo, infatti, tramite lo strumento della delega contemplata dalle regole statutarie.

La conferma giunge direttamente dal presidente dello stesso ente morale Pasquale Anastasi che abbiamo contattato telefonicamente per avere  conferma o meno dello svolgimento della tanto attesa assemblea che  dovrebbe mettere la parola fine ad  ogni tipo di contratto tra la Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime e la Curia vescovile della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea.

All’ordine del giorno della seduta -  convocata da Anastasi  - figura “la discussione e l’analisi dei testi pervenuti dalla Congregazione per il Clero, contenenti modifiche allo statuto e al regolamento per la elezione del Cda, nonché la convenzione tra Fondazione e Diocesi circa l’uso della chiesa: deliberazioni in merito”.

Nella convocazione viene richiamato l’ ampio carteggio già allegato alla prima  convocazione del 16 novembre 2020, poi saltata a causa delle restrizioni dovute al Covid,  in cui  sono stati   inseriti i  documenti “elaborati -  afferma il presidente Pasquale Anastasi - di concerto con il Pontificio Consiglio dei Testi legislativi, con la Congregazione per il vescovi e con il personale contributo di vescovi prudenti a conoscenza della vicenda” e che “raccolgono le  attese della Santa sede”. Per Anastasi si tratta “di testi equilibrati e ragionevoli, rispettosi delle prerogative del governo pastorale del vescovo e attenti alle legittime attese della Fondazione”.

La prima modifica dello statuto  riguarda la premessa storica che viene spostata in appendice e dove non si legge più che la Fondazione “è costituita, su ispirazione della Madonna, per mezzo della messaggera e unica fondatrice spirituale Natuzza Evolo , ma “secondo le volontà di Natuzza Evolo che ne è la fondatrice spirituale”. La seconda riguarda il testamento spirituale  - dettato dalla mistica a padre Miche Cordiano l’undici febbraio del 1998 - il  cui testo integrale riportato fino adesso all’articolo due  viene spostato nell’appendice collocata in calce allo statuto stesso  che “racchiude - afferma il vicepresidente Vincenzo Trungadi -  in maniera più approfondita rispetto al passato i principali momenti della vita di Natuzza e della Fondazione”. Un altro punto centrale del nuovo statuto riguarda la chiesa, la cui gestione economica, nonché la manutenzione rimangono  all’ente morale, mentre la cura liturgica e pastorale è affidata alla  Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea.  Il resto viene affidato al disciplinare in cui si stabilisce che il “rettore è di nomina vescovile nei primi due anni  per “libero conferimento del presule”. Decorso però tale periodo è “riconosciuto” alla Fondazione “il diritto alla presentazione”.

In buona sostanza come spiega il vicepresidente Vincenzo Trungadi, in futuro la nomina avverrà nell’ambito di “una terna di sacerdoti  della Diocesi”, indicata dalla Fondazione. In entrambi i casi si tratterà di sacerdoti che “condividono notoriamente la testimonianza di fede e di vita cristiana di Natuzza. Un’altra modifica   dello statuto  riguarda l’aggiunta che la Fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” verrà   “dotata di personalità giuridica privata, sia in ambito canonico che in ambito civile”. Una ulteriore novità è che in seno alla Fondazione sarà anche istituito   il “registro dei partecipanti”, di cui potranno far parte, previo parere favorevole del Cda e dell’assemblea di soci, quanti abbiano partecipato o contribuito economicamente alla iniziative dell’  ente morale.

In vista di questo importante appuntamento ripercorriamo  alcune tappe fondamentali della vita della  Fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”, voluta dalla futura Serva di Dio che la considerava la sua sesta figlia, nata come associazione  esattamente il 13 maggio del 1987  per dare sostegno ai più bisognosi.

“Ci sarà un giorno – disse nel lontano 1944 la Madonna alla Futura Serva di Dio, come si ricava dai testi dei suoi biografi  – una nuova e grande casa per alleviare le necessità di giovani, anziani e di quanti si troveranno nel bisogno e una grande chiesa che si chiamerà Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”. Nel corso di alcune apparizioni la Vergine Maria avrebbe già fatto vedere alla mistica come già costruita la cittadella dal titolo Villa della Gioia. “Portandomi per mano - ha riferito in più di un’occasione Mamma Natuzza ai suoi padri spirituali -  la Madonna mi ha fatto visitare la struttura “Ospiti della Speranza” e  il “Villaggio del conforto”  dove c’erano ammalati negli ultimi istanti della loro vita assistiti dai familiari. Infine abbiamo raggiunto insieme la grande chiesa dedicata al Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle anime”.

Sarà poi verso la fine del 1986 che “la Vergine Maria -  come ha riferito in  più di un’ occasione  Natuzza  - mi disse che era giunto il momento di iniziare”.  Da qui suo incontro con l’ allora parroco della chiesa della Madonna degli Angeli  al quale la mistica riferì che l’ora era giunta. “Ancora oggi ricordo benissimo -  afferma  don Pasquale Barone, già presidente della Fondazione e parroco emerito di Paravati  - la data di quel colloquio che cambiò il corso della mia vita”. Era esattamente il quattro dicembre del 1986. Qualche giorno dopo il parroco informò di questa singolare richiesta il vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea monsignor Domenico Tarcisio Cortese, dal quale ricevette l’assenso e la piena adesione al progetto.  Dopo alcune riunioni illustrative con i futuri soci, l’avvocato Marcello Colloca, che rivestirà poi l’incarico di vicepresidente dell’associazione e che successivamente ha anche svolto le funzioni di presidente facente funzioni, venne incaricato di predisporre una bozza dell’atto costituivo che venne, poi sottoposta all’approvazione della prima assemblea dei soci, in un clima di generale entusiasmo. Quel pomeriggio del 13 maggio 1987,nei locali di via Chiesa, al civico numero 2, sede della canonica della chiesa della Madonna degli Angeli, davanti al notaio Nunzio Naso, presente Natuzza Evolo, si ritrovarono per firmare l’atto costitutivo i cinquanta soci chiamati a far parte dell’Associazione. A seguire il nove luglio del 1987 l’allora vescovo Domenico Tarcisio Cortese riconobbe   le finalità ecclesiali e sociali dell’organizzazione umanitaria  e il primo dicembre del 1988 venne firmato dal presidente della giunta regionale il decreto con cui l’associazione viene dotata di  personalità giuridica di diritto privato.  Si tratta di anni importanti che vedono affluire a Paravati le grandi folle. Una marea di popolo in cerca di conforto e di speranza. Scopo dell’Associazione era, così come lo è oggi quello della Fondazione, “l’ elevazione integrale dell’uomo, la sua educazione umana e spirituale, attraverso ogni forma di manifestazione culturale, compreso lo sport, la realizzazione di opere assistenziali a favore dei giovani, dei portatori di handicap, di persone anziane e, comunque, di quanti si vengono a trovare in situazioni di bisogno; in concreto, con l’assoluta esclusione di ogni finalità di lucro, l’Associazione mira alla realizzazione a Paravati di un centro polifunzionale di ospitalità a beneficio di giovani e anziani, secondo le indicazioni statutarie”. Giusto qualche anno dopo vennero inaugurati in via Umboerto la sede dell’ente morale e il Centro per anziani “monsignor Pasquale Colloca” (23 maggio 1992)  che di lì  a poco a partire dal 24 settembre 1992 avrebbe avuto i primi ospiti  e successivamente dal primo marzo 1998 anche Natuzza, insieme al marito Pasquale Nicolace.

Altra data importante è quella del 13 novembre   1993 con l’arrivo a Paravati della statua del Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime, realizzata dallo scultore Conrad Moroder di Ortisei su indicazione di Mamma  Natuzza che ha sempre detto di vedere la   Vergine Maria come “una ragazza bellissima di 15/16 anni, vestita di bianco, con la pelle scura, sollevata da terra  e tutta piena di luce”.  Da un filmato girato quando la statua giunse nella sede della Fondazione si ricavano le parole entusiaste pronunciate dalla mistica: “E’ bella! E’ veramente una bella creatura! Sembra che rida. Vero?”

Ed è sempre per volontà di Fortunata Evolo che il 15 settembre 1994, con la prima riunione ufficiale tenuta nella chiesa dell’Addolorata, nascono i Cenacoli di preghiera (riconosciuti con decreto dell’ordinario diocesano Domenico Tarcisio Cortese il due febbraio del 1999).Cinque anni dopo il cinque luglio 1998 l’Associazione viene trasformata in Fondazione. Giusto due mesi dopo, il dieci settembre del 1998, l’ente morale  ottiene dal vescovo Cortese il nulla per la costruzione della chiesa. Il 30 maggio del 2006 Mamma Natuzza con la prima colata di cemento apre di fatto il cantiere per la costruzione del Santuario mariano da anni ormai completato e che aspetta solo di essere aperto al culto. Natuzza Evolo è  venuta  a mancare all’età di 85 anni all’alba del  primo novembre del 2009 nel giorno di tutti i santi. Attualmente è in corso   la sua causa di beatificazione, il cui iter è stato avviato dal vescovo monsignor Luigi Renzo nel 2014. Nel novembre del 2018 è giunto, dopo un lungo periodo di attesa, il parere favorevole della Congregazione della dottrina della fede. Il 20 febbraio del 2019 è stato, quindi, pubblicato in tutte le chiese della diocesi l’editto con l’avviso dell’apertura del processo. Un mese e mezzo dopo, precisamente il sei aprile del 2019, si è svolto nella Villa della Gioia l’insediamento  ufficiale  del Tribunale diocesano.

La causa di beatificazione -  di cui è postulatore don Enzo Gabriele e che vede come componenti della commissione diocesana don Francesco Vardè,  in qualità di giudice delegato in rappresentanza del vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea monsignor Luigi Renzo, il  promotore di giustizia monsignor Saverio Di Bella, il  notaio don Francesco Sicari e il  notaio aggiunto don Francesco Reda.  è attualmente  nella  fase della raccolta delle testimonianze che sono già tantissime.

Al Tribunale spetta il compito di raccogliere documenti e testimonianze che dovranno accertare le  virtù cristiane e teologali di Natuzza, ovvero fede e speranza e carità, nonché le quattro virtù cardinali: prudenza, giustizia, fortezza e temperanza.  Una volta poi esauriti gli atti dell’istruttoria tutto il materiale raccolto sarà consegnato alla Congregazione della Causa del Santi dove un relatore preparerà la “Positio” (la sintesi che prova l’esercizio eroico delle virtù) da sottoporre all’esame di nove teologi e successivamente dei cardinali e dei vescovi che fanno parte della Congregazione. Se il giudizio sarà favorevole il risultato verrà presentato al Papa per l’attribuzione del titolo di Venerabile. Per arrivare alla beatificazione occorrerà a questo punto un miracolo avvenuto subito dopo la morte e attribuito all’intercessione di Natuzza Evolo.

 

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