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Vibo, i ristoratori sospendono la protesta: accolto il consiglio del prefetto

Lo sfogo dell'imprenditore Mirabello: “Si chiede solo di riaprire in sicurezza”

Protesta sospesa a Vibo. Ristoratori e baristi del Comitato “Zona Bianca” hanno deciso di ascoltare il consiglio del Prefetto Francesco Zito e, dunque, attenderanno le novità annunciate per i prossimi giorni. Tutto chiuso, insomma, ma questa decisione non trova tutti d’accordo perché c’è chi, stremato da un anno di chiusure, vuole fare sentire la propria voce. E proprio accanto a questa categoria ormai in ginocchio si schiera l’imprenditore Vincenzo Mirabello che punta il dito contro la politica che continua a non dare risposte.

Lo sfogo

«Lo straziante grido di dolore dei commercianti e ristoratori calabresi - spiega - non può lasciare indifferenti. La crisi economica è diventata drammatica. Al rischio concreto ed attuale delle chiusure delle attività con conseguente perdita del lavoro dei commercianti e dei dipendenti si aggiunge l’impossibilità di poter provvedere ai tributi che incombono». In tal senso ritiene che i ristori già «incongrui neppure si sono visti. Tutto ciò - prosegue - deve essere raffrontato ad un indice di contagio del virus in Calabria relativamente basso. Non è più concepibile colpire queste categorie e indicarle come capro espiatorio in maniera contraddittoria ed ingiustificata. Un negozio di abbigliamento, in cui entrerebbero due tre clienti in un'ora, deve stare chiuso mentre alle poste in cui si ritrovano decine di persone nello stesso tempo restano aperte». E per Mirabello altresì «non è concepibile vedere ristoratori chiudere le proprie attività, nonostante tutti gli investimenti attuati per la messa in sicurezza dal virus e i tavoli dimezzati per assicurare la distanza, e poi vedere gente che con l'asporto crea accorpamenti in piazze, case e muretti per consumare ciò che viene asportato, senza nessun controllo o vedere giovani che prendono birre da distributori automatici per accalcarsi in qualche viuzza invece di stare ordinatamente seduti a distanza in un locale». Insomma, provvedimenti iniqui e contradditosi mentre: «I commercianti ed i ristoratori chiedono solo di poter aprire in sicurezza le proprie attività per poter sfamare le proprie famiglie ed evitare il baratro economico e sociale incombente». Da qui il suo appello al Governo che «deve accelerare ed incrementare i vaccini» e «non è chiudere. La Calabria - incalza - ha una popolazione di un milione e settecentomila abitanti. Una popolazione che se proporzionata alla cittadinanza della sola città di Roma, 2 milioni e ottocento mila abitanti, è paragonabile a una città a cui basterebbe un piano di vaccinazione organizzato e coordinato seriamente per uscire da questa emergenza. Basterebbe questo!». Azioni concrete, quindi, quelle che l’imprenditore Vibonese auspica e per cui chiede «che la politica si attivi per rappresentare le esigenze della Calabria e non per scaldare le poltrone».

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